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Terrorismo. I “lupi solitari”, le piazze digitali. Ma l'Italia è davvero a rischio?

Arturo Celletti martedì 26 marzo 2024

Controlli a Roma

È un confronto costante. Palazzo Chigi, Viminale e via XX Settembre hanno il quadro chiaro. Sanno - per dirla con il ministro della Difesa Guido Crosetto che il «terrorismo non è mai finito». Sanno come spiega - davanti alle telecamere e nelle telefonate più private - il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi che la «minaccia è seria e insidiosa». È un momento delicato. In Italie e in Europa. Roberta Pinotti già ministro della Difesa avverte: tutte le capitali sono a rischio. Dopo i fatti di Hamas e dopo la strage di Mosca l'Occidente è sotto attacco.

In Francia Macron porta l'allerta a livello massimo e riflettendo sui rischi legate alle Olimpiadi di Parigi in scena dal 26 luglio all'11 agosto ammette: «Il rischio zero non esiste mai nella vita. Ma noi saremo pronti». Berlino fa lo stesso: il rischio di attacchi è acuto. C'è timore di cellule dormienti e di jiadisti in arrivo dall'esterno. I numeri sotto la lente del Viminale fanno pensare. 28 mila gli obiettivi sensibili. 95 gli espulsi perchè ritenuti pericolosi per la sicurezza. 26 le persone arrestate dal 2023 con l'accusa di terrorismo internazionale. L'allerta sale. Nelle ambasciate, nelle stazioni, negli aeroporti, nei centri commerciali, nei luoghi di culto. E poi resta il controllo delle "piazze digitali": gran parte dei soggetti radicalizzati e presenti in Italia sono stati individuati proprio perché seguivano la propaganda online. Si analizzano scenari. Si valutano i rischi.

Il Comitato di analisi strategica antiterrorismo (Casa), che sfrutta il continuo scambio di informazioni con gli altri organismi investigativi in Italia e all’estero dal 7 ottobre scorso, giorno dell’attacco di Hamas a Israele, ha raggiunto un risultato importante: l’espulsione per motivi di sicurezza nazionale di 47 persone, 23 delle quali soltanto da gennaio. E i controlli rafforzati proprio in vista del fine settimana di Pasqua, decisi nel corso del Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica riguardano anche i 39 foreign fighters tornati in Italia dopo aver combattuto in scenari di guerra esteri, dalla Siria alla Libia, ma anche sul fronte russo-ucraino. In totale sono 149 quelli schedati. Nulla viene sottovalutato. Palazzo Chigi e Viminale valutano ogni scenario. Grupopi organizzati e Lupi solitari. E Piantedosi conferma: «Siamo molti attenti a questo fenomeno dello spontaneismo, della radicalizzazione, dell'estremismo che riguarda il fondamentalismo islamico. Lo teniamo sotto attenzione da tempo. Cerchiamo di intercettare ogni possibile minaccia».