L'hotel distrutto . Bimbi, coppie, famiglie: vite interrotte prima della fuga
«In cerca di un miracolo»: è l’unico post di ieri sul profilo Facebook di Stefano Feniello, una delle persone intrappolate sotto la neve che ha sepolto l’Hotel Rigopiano, a Farindola, tra le montagne del Gran Sasso. Lo ha lasciato Andrea, frequentatore assiduo della bacheca, che solo martedì – il 17 – al suo amico Stefano faceva gli auguri per il compleanno. Feniello, 28 anni, nato a Oliveto Citra, nel Salernitano, vive a Pescara, dove ha incontrato la fidanzata Francesca Bronzi, venticinquenne, pescarese. Insieme erano in vacanza al Rigopiano, e proprio per festeggiare il compleanno di lui, in quell’albergo raffinato ed elegante, dotato di ogni comfort,l’ideale per una coppia in cerca di tranquillità. Fidanzati anche Marco Tenda, 25 anni, pilota della Ryanair, residente a Roma ma nato a Macerata, e Jessica Tinari, sua coetanea, di Lanciano.
Sono compagni nella vita e anche nel lavoro Luciano Caporale, 54 anni, e la moglie Silvana Angelucci, 46, conosciuti e apprezzati parrucchieri di Castel Frentano, in provincia di Chieti. «Gliel’ho detto e ripetuto, a Luciano. Partiamo oggi (martedì ndr). Ma lui ha preferito rimandare. Tanto che può succedere? Mi ha risposto».
Luca Marzucca era anche lui all’Hotel Rigopiano ma se ne è andato in tempo: «La mattina, le strade erano bloccate dalla neve – racconta – e non ci hanno permesso di partire. Poi due mezzi spalaneve hanno ripristinato la viabilità. Luciano e io ci siamo aiutati a vicenda a liberare le auto ma quando nel primo pomeriggio ci hanno dato il via libera per la partenza, lui ha desistito. Ho cercato di convincerlo, anche perché era previsto un peggioramento delle condizioni atmosferiche ma lui e la moglie sono rimasti». Anche l’ascolano Marco Vagnarelli e la sua compagna Paola Tommasini, originaria di Montalto Marche, avrebbero dovuto essere già partiti quando la valanga si è abbattuta sull’albergo, trascinandosi appresso alberi sradicati e detriti. Lui dipendente dell’Ariston e lei della società Autogrill, vivevano tra Castignano e Pedaso, in base alle esigenze lavorative. L’ultimo ad avere contatti con Vagnarelli è stato il fratello Fulvio: grazie a whatsapp, ha saputo che la coppia si sarebbe fermata anche per pranzo, in attesa che le strade fossero più praticabili. L’ultimo messaggio risale alle 16.30, inviato da Marco al nipote: impossibile ripartire e necessario restare in hotel dove, però, il telefono non prende. Poi più nulla.
Ilario Lacchetta, sindaco di Farindola, ha anche quattro bambini nella lista dei dispersi. Uno è il figlio di sette anni del 41enne Domenico Di Michelangelo, un agente di polizia in servizio presso il commissariato di Osimo, e di Marina Serraiocco, 37 anni, che in città porta avanti un’attività commerciale. Anche Ludovica, 6 anni, e suo fratello Gianfilippo – che ha solo un anno di più – sono ancora sepolti sotto la neve insieme alla mamma. Giampiero Parete, il papà, è uno dei due superstiti, insieme con Fabio Salzetta: si trovava all’esterno della struttura alberghiera al momento della valanga. Parete è arrivato all’ospedale di Pescara sonnolento e in ipotermia ma ora è fuori pericolo e sta bene. Per quanto possa stare bene – s’intende – un uomo con la famiglia intrappolata sotto metri di neve.