Terremoto in Lombardia. Anche la Pianura Padana è terra sismica, cosa ci dice la storia
Vigili del fuoco e protezione civile effettuano un sopralluogo nella scuola di Bonate, Bergamo, epicentro del sisma
Il terremoto che oggi, sabato, ha fatto tremare la Lombardia, ha spaventato molti non solo nella Bergamasca ma anchi in altri centri, a cominciare da Milano. Per fortuna non si sono registrati danni né vittime. Come il sisma registrato a Milano il 17 dicembre dello scorso anno, di magnitudo 3.8, anche questo evento ci ha ricordato che la anche la Pianura Padana, nonostante la sua conformazione alluvionale, non è esente da fenomeni tellurici.
Se guardiamo al passato la Pianura Padana è zona storicamente sismica. Ovviamente in modo diverso da aree più critiche tipo quelle appenniniche. Ma ci sono luoghi comuni che persistono nei secoli nonostante tutto. Uno afferma, appunto, che la Pianura Padana è sicura dal punto di vista sismico. Nulla di più sbagliato, come si è visto anche di recente in Emilia e Bassa Lombardia.
«C'è un processo psicologico di rimozione di questi eventi che ne allontana il ricordo come se non dovessero accadere mai», lo spiega bene Paolo Golinelli, professore di Storia medievale all'Università di Padova, e autore del libro "Terremoti in Val Padana", edito da Mursia. Ma «quando un sisma si è verificato prima o poi tornerà a manifestarsi», dice ancora Golinelli, che proprio per questo si è messo a studiare, attingendo ai documenti storici, gli eventi tellurici che hanno colpito l'area padana.
La più antica testimonianza risale al 91 a.C. nel Modenese. Racconta Plinio il Vecchio: «Si verificò, sotto il consolato di Lucio Marcio e Sesto Giulio, un grande sommovimento della terra: due montagne, infatti, si scontrarono con grandissimo fragore...».
Anche la Lombardia nei secoli ha conosciuto l'ira della terra. II 27 marzo 1065, giorno di Pasqua, Brescia fu funestata da una scossa tremenda. E sempre Brescia venne colpita con durezza nel 1222, a Natale. «Quasi tutta la città fu devastata e il vescovado quasi tutto distrutto... Molti uomini e donne morirono», riportano gli Annales Brixienses. E il tragico evento venne anche usato a fini politici per accusare gli avversari. Niente di nuovo sotto il sole.
A Milano invece una crepa che si era aperta nella chiesa dei Santi Nazario e Celso permise il ritrovamento dei corpi dei due santi qui sepolti. Ce lo ricorda una lapide. Golinelli riporta poi molti altri terremoti. La morale è una sola: meglio ricordare. E, quindi, costruire e agire sapendo che i terremoti sono eventi possibili. Anche qui.