Dopo due ore di marcia sono arrivati a piazza del Plebiscito i primi manifestanti del corteo "Stopbiocidio", che ha attraversato le vie del centro cittadino di Napoli. Presenti in coda al corteo alcuni gonfaloni, tra i quali quelli del Comune di Napoli, di Agerola e di Caivano. Tanti gli striscioni, molti dei quali accompagnati dalle foto di persone, in molti casi bambini, stroncati dal tumore nella cosiddetta Terra dei fuochi. In testa al corteo don Maurizio Patriciello, editorialista di
Avvenire, ma soprattutto parroco di Caivano volto tra i più noti del coordinamento dei comitati impegnati nella lotta ai roghi di rifiuti tossici. Presenti anche l'oncologo Antonio Marfella, il vicesindaco di Napoli Tommaso Sodano e il cantante Nino D'Angelo.L'indice è puntato anche contro il fenomeno dell'incendio di rifiuti che fa conoscere alcuni comuni delle province di Napoli e Caserta come 'La terra dei fuochì. In testa al corteo c'è don Maurizio Patriciello, il parroco di Caivano che da anni si batte per le bonifiche. I manifestanti espongono anche alcunistriscioni con le foto di persone morte negli ultimi anni per patologie oncologiche: a loro dire si tratta di malattie legate all'inquinamento dei suoli."Bisogna cambiare passo, è insopportabile. Ora sappiamo quello che per tanto tempo é stato taciuto. Ora basta serve pagina nuova".
Don Maurizio Patriciello, parroco di Caivano, in provincia di Napoli, parla così prima della partenza del corteo "Fiume in piena" e sottolinea "è un fiume in piena di speranza, ma anche didisperazione".Don Patriciello taglia corto sulle polemiche e spiega che "la gente è libera di dire ciò che vuole. Tutti sono benvenuti". "Le idee si possono confutare - afferma - i fatti no". "È il popolo campano in piazza non un comitato piuttosto che un altro - aggiunge - Fare finta di non vedere ora è un sacrilegio. Chi non vede dovrà renderne conto alla storia". "Chi nasce oggi non avrà la terra - dice ancora - abbiamo rubato lorociò che spetta loro per diritto. Siamo stati dei farabutti abbiamo rovinato la terra". "Mettiamo in conto tutto - conclude - la nostra madre terra Campania è moribonda, ma non è morta".