L'accordo. Soldi alla Terra dei fuochi, adesso toccherà ai sindaci
I sindaci campani all'incontro con la ministra Mara Carfagna e don Maurizio Patriciello
Arrivano 199 milioni e mezzo a finanziare 67 progetti presentati da 52 Comuni (più o meno un milione di residenti in tutto) e 3 enti pubblici, distribuiti fra Città metropolitana di Napoli e Casertano. Ufficializzati ieri sera, nella chiesa "San Paolo Apostolo" al Parco Verde (Caivano) di cui è parroco don Maurizio Patriciello, con le firme al "Contratto istituzionale di sviluppo" (Dalla Terra dei fuochi al giardino d’Europa) della ministra per il Sud e la Coesione territoriale, Mara Carfagna, e i sindaci interessati.
Sgombrando subito il campo da equivoci, bonificare la Terra dei fuochi c’entra poco o nulla, perché, come prevedono appunto i "Contratti istituzionali di sviluppo" (Cis), quei soldi sono destinati alla «valorizzazione dei territori – si legge sul sito del ministero –, con investimenti in singoli interventi tra loro funzionalmente connessi», che «richiedono un approccio integrato, opere infrastrutturali di rilievo nazionale, interregionale e regionale», funzionali a «coesione territoriale» e «sviluppo equilibrato del Paese».
A metterla facile, lo Stato paga e controlla, le istituzioni locali fanno. «Un percorso concreto, lineare e trasparente perché facilmente controllabile – spiega la ministra –, spetta alle amministrazioni titolari degli interventi rispettare i tempi prestabiliti. Noi faremo di tutto per monitorare e per affiancarle».
Tutti soddisfatti. Carfagna, i sindaci, che hanno speso grandi parole di ringraziamento alla ministra, lo stesso don Patriciello, che però non dorme... tranquillissimo e non ne fa mistero: «Certo che 200 milioni per la nostra terra non sono pochi – sottolinea –, certo che se spesi bene daranno un grande aiuto a una terra che ne ha davvero bisogno. Però io ho sempre paura che trovi modo d’intromettersi la camorra, che sentendo puzzo di soldi in qualche modo riesca ad allungarvi le mani. Non conosco tutti i progetti finanziati, spero che poi il controllo sia ferreo».
Di quei 199 milioni, un quinto andrà al progetto di riqualificazione dei Regi Lagni, reticolo di canali artificiali creati nel Seicento tra Napoli, Caserta, Avellino e Benevento, attualmente in terribili condizioni d’inquinamento e degrado. «È un’opera enorme – ha detto ancora Carfagna –, che noi abbiamo ereditato dalla storia e che abbiamo sciupato negli anni, abbandonandola al degrado e all’illegalità» e così «stanziamo 40 milioni di euro per il primo lotto di interventi».
Tornando invece ai Cis, «si basano su accordi tra amministrazioni centrali, regionali e locali e soggetti attuatori, accelerando la realizzazione di opere ritenute strategiche e l’utilizzo dei Fondi strutturali europei, oltre al Fondo per lo sviluppo e la coesione», si legge sempre sul sito ministeriale. Sono le amministrazioni interessate a fare richiesta per l’istituzione di un Cis.
La legge assegna quindi al ministro per il Sud e la Coesione territoriale, su delega del presidente del Consiglio, la responsabilità d’individuare gli interventi, per i quali si procede alla sottoscrizione del relativo Contratto, nel quale sono definiti i progetti degli interventi (tipologia, costi, tempi di attuazione eccetera), le responsabilità dei contraenti, i criteri di valutazione e monitoraggio e le sanzioni per eventuali ritardi o inadempimenti. E per la realizzazione degli interventi, le amministrazioni possono avvalersi come accennato di soggetti attuatori (attualmente Invitalia per i Cis "territoriali", Ferrovie dello Stato Italiane, Rete Ferroviaria Italiana e Anas per quelli "infrastrutturali").