LA TRUFFA. Terni, un milione di euro sottratto alla diocesi
Associazione per delinquere finalizzata alla turbativa d’asta e alla truffa sono i reati contestati ai due ex-tecnici della Curia di Terni arrestati insieme a un funzionario del Comune di Narni, a seguito delle indagini sul "buco" nelle casse della diocesi di Terni-Narni- Amelia. Gli arrestati sono Luca Galletti, ex direttore dell’ufficio tecnico della Curia ed ex presidente dell’Istituto diocesano per il sostentamento del clero, Paolo Zappelli, già economo della Diocesi di Terni; Antonio Zitti, dirigente del Comune di Narni. L’inchiesta, condotta dal pm di Terni Elisabetta Massini, riguarda presunte irregolarità nella gara per la vendita all’asta, da parte del Comune di Narni, del Castello San Girolamo. Già nel mese di marzo erano state eseguite una serie di perquisizioni presso l’Istituto diocesano per il sostentamento per il clero di Terni, il Comune di Narni, lo studio di un notaio ternano, la Curia e presso le abitazioni dei due ex amministratori della Curia che nel corso degli anni hanno effettuato numerose operazioni immobiliari, finite poi sotto la lente degli investigatori. Un affare accompagnato da numerose irregolarità e che – secondo gli inquirenti – avrebbe prodotto un ammanco di oltre un milione di euro nelle casse della Curia.Un danno consistente per la diocesi di Terni alla cui guida, dopo la nomina del vescovo Vincenzo Paglia - ordinario diocesano dal 2000 al febbraio 2013 - al Pontificio consiglio per la famiglia, è arrivato nelle vesti di amministratore apostolico il vescovo ausiliare emerito di Bologna, Ernesto Vecchi.«Non sono troppo sorpreso – afferma il vescovo Vecchi –, sapevo che queste persone erano oggetto d’indagine da parte della magistratura. Appena giunto a Terni, in febbraio, ho accettato le loro dimissioni a seguito degli avvisi di garanzia da loro ricevuti, e ho nominato un sacerdote come economo aggiunto. La Chiesa diocesana ha subito un danno notevole, ma proseguiamo con il lavoro di chiarificazione avviato sul debito. Una situazione piuttosto complessa per la quale stiamo cercando soluzioni adeguate».La documentazione acquisita sulla vicenda del castello di San Girolamo dalla Squadra mobile e gli accertamenti effettuati dagli uomini del Nucleo speciale polizia valutaria della Guardia di Finanza di Roma, hanno evidenziato un quadro inequivocabile circa la turbativa dell’asta pubblica relativa all’alienazione del complesso edilizio e delle relative pertinenze. La procedura sarebbe stata truccata attraverso una serie di mezzi fraudolenti, atti falsi e illeciti, comunicazioni tardive e proroghe richieste ad arte, contatti istituzionali di Galletti con amministratori del Comune di Narni, che hanno consentito l’assegnazione del complesso a una società che non aveva i requisiti richiesti dal bando, formata, tra gli altri, dall’Istituto diocesano per il Sostentamento del clero quale capofila di altre società costituite per l’occasione controllate dai due ex tecnici.