Mobilità difficile. I taxisti scioperano martedì contro l'aumento delle licenze
Niente taxi, martedì prossimo, per uno sciopero nazionale che, stando alla rabbia della categoria, si annuncia “massiccio”. L’astensione dal lavoro proclamata dall’Unione sindacale di base insieme con altre sigle, durerà 24 ore ed è destinata, se non verrà revocata, a creare caos nel traffico delle metropoli e disagi ai cittadini. «La causa scatenante» della protesta è «il decreto Asset, un provvedimento inopportuno predisposto dal governo non a caso nel periodo estivo, con tempi di approvazione contingentati, 60 giorni» spiega l’Usb.
In pratica, i proprietari delle "auto bianche" si oppongono alla possibilità che i Comuni incrementino fino al 20% il numero delle autorizzazioni allargando così l’offerta del servizio di trasporto pubblico, ritenuto però largamente insufficiente dagli stessi amministratori locali e dagli utenti. Solo per la città di Roma si parla di 1.500 licenze da rilasciare nel più breve tempo possibile, come vorrebbe il sindaco Roberto Gualtieri, mentre per Milano Giuseppe Sala ne richiede 1.000 subito, cioè un numero oltre la quota prevista dal provvedimento del governo Meloni.
Ed è uno scontro "a tre": da una parte ci sono gli operatori del settore e gli enti locali che ritengono inadeguato il decreto per ragioni opposte (troppe nuove licenze e troppo poche), dall'altra l'esecutivo che difende il decreto. Il Comune di Firenze pensa «all’estensione dei turni e degli orari» dei taxi in tutta la città. Anche il sindaco Dario Nardella, infatti, si mostra critico col decreto Urso, definito «acqua fresca» perché «non porta nulla, anzi danneggia». «Visto che questa misura si potrebbe varare in tempi rapidi per venire incontro a un oggettivo aumento della domanda determinato a Firenze dal boom del turismo e delle attività economiche e sociali, siamo orientati a procedere in questa direzione – aggiunge Nardella –, ad esempio, due ore di estensione del turno per ogni auto corrisponderebbe a un aumento di circa 50 licenze sulla piazza».
Ed è lo stesso ministro delle Imprese Adolfo Urso a scrivere ai sindaci per sollecitarli ad usare immediatamente le nuove norme, senza perdere tempo. Molti di loro infatti hanno dichiarato di non volerlo usare e di procedere ai bandi per le nuove licenze fuori dalle norme. Il presidente di Assolombarda, Alessandro Spada sostiene che la richiesta di Sala di avere subito mille licenze in più sia «più che giusta». «Noi – precisa il presidente degli industriali lombardi – ne parlavamo già un anno fa quando avevamo sollevato il tema chiedendo di fare investimenti perché a Milano il numero di visitatori, da Expo a oggi, è passato da 6 milioni a più di 8,2 milioni». E ora la domanda è ancora aumentata, conclude Spada, perché «il numero di chi si sposta per lavoro è in costante aumento e si chiede sempre di più ai cittadini di diminuire l’uso della macchina».
La posizione dei tassisti è espressa da Lorenzo Bittarelli, presidente della Cooperativa Radio Taxi 3570, la più rappresentativa della categoria a di Roma: «Non si sparino numeri a caso per far clamore, che poi quando cala il lavoro si intoppa tutto e ci ritroviamo le macchine sul groppone – dice –, senza piazzole di sosta, adeguate infrastrutture né corsie preferenziali». Per Bittarelli «giusto sarebbe andare per gradi, rilasciando nella capitale 300 autorizzazioni con la graduatoria aperta». Intanto il sindaco Gualtieri ha convocato per oggi un incontro con gli addetti al lavori, per arrivare a 1.500 autorizzazioni in più. «Bene il confronto ma è da incoscienti ipotizzare così tante licenze tutte insieme, è una follia» commenta Bittarelli, il quale osserva: «La doppia guida va bene, una volta snellite le procedure, mentre la licenza stagionale è una cosa che non sta in piedi dal punto di vista economico, perché non è possibile che un tassista debba acquistare un veicolo ecologico, elettrico, che costa 40-50mila euro per farlo uscire solo tre, quattro mesi all’anno».