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LIONE - TORINO. «Tav, niente esercito per difendere i cantieri»

Bruno Andolfatto giovedì 9 giugno 2011
«A Chiomonte non sarà impiegato l’esercito, ma ci sarà un presidio delle forze dell’ordine per garantire l’apertura del cantiere nei tempi previsti». Ieri mattina il ministro dell’Interno Roberto Maroni è salito a Torino per presiedere il comitato per la sicurezza e l’ordine pubblico dedicato alla Torino-Lione. All’incontro erano presenti il prefetto Alberto Di Pace, il presidente della Regione Roberro Cota, il sindaco di Torino Piero Fassino, il presidente della Provincia di Torino Antonio Saitta e il commissario straordinario per la Torino-Lione Mario Virano. Maroni ha aggiunto che il presidio delle forze dell’ordine sarà realizzato «in tempi brevi. Tutto quello che serve - ha aggiunto - lo faremo senza badare a spese anche se cercheremo di contenerle il più possibile». Maroni ha precisato che al momento non si vedono le condizioni per l’impiego dell’esercito e non si prospettano neppure in futuro. Ma, ha aggiunto «non saranno tollerati atti di violenza che verranno contrastati con ogni mezzo. Le forze dell’ordine dovranno prevenire e contrastare la violenza e ovviamente punire gli eventuali responsabili». «Nei prossimi giorni - ha detto Maroni - il prefetto e il questore assieme al dipartimento di pubblica sicurezza studieranno le misure per far partire il cantiere nei tempi previsti e per garantire che non ci possano essere atti di violenza che possano bloccare o impedire la realizzazione di un’opera che è stata decisa e che si dovrà fare nei tempi previsti. Siamo fiduciosi e ottimisti - ha aggiunto - che si possa realizzare il tutto nei tempi previsti e in modo ordinato». Quindi l’appello ai sindaci: «Mi auguro - ha detto Maroni - che siano dalla nostra parte, e conto anche sul loro contributo e sul loro impegno attivo per evitare all’Italia una figuraccia mondiale». Secondo il ministro «rinunciare all’opera non consentirebbe alcun risparmio perché le penalità che dovremmo pagare sarebbero equivalenti al costo dell’opera stessa». Le parole di Maroni ieri a Torino? «Nulla di nuovo sotto il sole». È l’opinione di Sandro Plano, presidente della Comunità Montana Valsusa e Valsangone: «Ha detto le cose che è lecito attendersi da un ministro e mi ha fatto piacere che abbia escluso la militarizzazione del territorio». Anche se, aggiunge Plano, «mi spiace constatare che un esponente leghista dica parole più di buon senso rispetto a quelle che dicono alcuni miei compagni di partito come Merlo, Esposito e lo stesso Morgando». In ogni caso, aggiunge Plano, «i problemi sul territorio sono lontani dall’essere risolti. Rimane un ampio dissenso della popolazione sull’opera. E nessuna delle promesse sugli indennizzi fatta in passato è stata ancora mantenuta, a partire dai soldi promessi per il potenziamento del trasporto pubblico metropolitano su cui il governo stanzia solo 20 milioni invece dei 300 a suo tempo annunciati».Il Governo ha comunque deciso di procedere con la Torino-Lione? «Riconosco al Governo la legittimità di prendere una decisione ma credo anche che il Governo abbia il dovere di essere credibile. Mi chiedo che senso abbia procedere con quest’opera costosissima che fa a pugni con la prospettiva di una manovra di 40 miliardi di euro per il risanamento dei conti del bilancio».