Sono oltre cinque milioni le famiglie che rischiano di rimpiangere l’Imu sulla prima casa, secondo Federconsumatori. La nuova Tasi, infatti, potrebbe colpire anche quel 25% delle abitazioni principali che nel 2012 risultavano esenti dall’Imu, grazie alle detrazioni. Inoltre, secondo un’analisi del Creef-Centro ricerche economiche educazione e formazione di Federconsumatori sulle città capoluogo, se i Comuni decideranno di spalmare anche solo parte dell’aumento delle aliquote dello 0,8 per mille sulle prime case, il conto sarà più salato pure per la famiglia italiana media, e non solo per le fasce più popolari.Ci sarà un risparmio rispetto all’Imu solo se il Comune manterrà l’aliquota base del 2,5 per mille. In questo caso, la nuova Tasi peserà per 231,71 euro su una famiglia tipo di tre persone che vive in un’abitazione A2 di 100 metri quadri (ipotizzando una detrazione di 100 euro), 50 euro in meno rispetto all’imposta di due anni fa (280,85 euro) e il totale della pressione sulla prima casa passerà dai 530 euro del 2012 (Imu più Tarsu/Tia) ai 502 euro del 2014 ( Tasi più Tari), mentre nel 2013 era di 337 euro (mini Imu, Tares e addizionale Tares). Ma se l’amministrazione deciderà di usufruire, in tutto o in parte, della possibilità di alzare le aliquote, la Tasi salirà a 284,78 euro (con un aumento dello 0,04 mille) o addirittura fino a 337,85 euro (con l’aumento massimo dello 0,08 per mille), ben oltre imposta del 2012.Il bilancio è amaro anche per le seconde case, che nelle dieci città più care pagheranno oltre 2mila euro di Tasi, con una punta di 4.005 euro a Roma. Sopra quota 2mila euro (per una casa A2 di 100 metri quadri) finiranno anche Milano, Padova, Firenze, Venezia, Massa Carrara, La Spezia e Siena. Ipotizzando che i Comuni adottino l’aumento dello 0,8 per mille sulle seconde case, si pagheranno in media 1.425,13 euro, 106,1 euro in più rispetto all’Imu 2013 e 125 euro in più rispetto all’Imu 2012.La nuova Tasi si prospetta «come una vera e propria simil-Imu», attacca il presidente di Federconsumatori, Rosario Trefiletti, che preannuncia «non poche beffe» per i cittadini. «La prima – aggiunge Trefiletti – riguarda le famiglie meno abbienti che, grazie alle detrazioni, non pagavano l’Imu e ora con molte probabilità si troveranno a far fronte a importi non indifferenti; la seconda riguarda gli inquilini. Anche le famiglie in affitto non pagavano l’Imu e si troveranno da un giorno all’altro a pagare la Tasi (dal 10 al 30%)».