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Intervista. Tarquinio: «Commissione Ue insufficiente, potrei non votarla»

Angelo Picariello domenica 27 ottobre 2024

«Fino a questo momento il giudizio sulla nuova Commissione europea è insufficiente, a partire tema delle politiche di pace». Marco Tarquinio confessa: «Spero di poter cambiare idea, ma al momento farei fatica a dare il mio voto favorevole». Eletto eurodeputato da indipendente nelle liste del Pd, Tarquinio era ieri in piazza a Roma a manifestare per la pace.

In piazza per dire cosa?

Per dire, innanzitutto, che dopo due anni e mezzo di seconda guerra d’Ucraina dovremmo aver imparato dove porta la logica dell’escalation. Guerra chiama guerra, e fa sedimentare nuovo odio. Abbiamo visto in queste ore le bombe israeliane anche sull’Iran, “logiche” risposta agli attacchi dell’Iran a Israele. E avanti così, anzi indietro verso il peggiore passato, sconvolgendo il mondo...

E l’Europa?

La Ue è pace ed è, in sé, metodo pacifico di composizione dei conflitti. Mi sono candidato per questo, e da parlamentare continuo a chiedermi: l’Europa dov’è, che parte sta svolgendo? Borrell, Alto rappresentante per la politica estera uscente, ha parlato giusto e chiaro almeno sul Medio Oriente, ma i fatti non ci sono. Aspetto con estremo interesse le audizioni dei nuovi commissari che dovranno andare al vaglio delle Commissioni parlamentari competenti, comprese le quattro di cui faccio parte: Affari Esteri, Diritti umani, Sviluppo e Cooperazione internazionale, Libertà civili, Giustizia e Affari interni. Voglio capire se c’è impegno su tutto ciò che manca nelle lettere di missione della presidente Von der Leyen. Manca una parola chiara sui diritti umani, sulla parte diplomatica e cooperativa dell’affronto dei conflitti. Manca quello che chiamo, appunto, il“metodo- Europa”. Al momento il giudizio è insufficiente, sia in relazione al discorso programmatico della presidente, sia per le prime dichiarazioni dei commissari. Spero di essere sorpreso dalle loro risposte ufficiali nelle audizioni. Perché se dovessi votare oggi, non potrei dare il mio “sì” nel voto collegiale sulla Commissione Ue sebbene alcune e alcuni euroministri, non solo quelli legati al mio gruppo S&D, siano di gran valore.

L’insoddisfazione è solo sulla pace?

Non mi convincono alcune scelte strategiche e gravi ambiguità sulle politiche sociali, ambientali e per il sistema produttivo. Il cuore della manifattura europea devono essere le tecnologie verdi non le armi. Vedo invece scelte che sottraggono fondi a welfare e istruzione, alla gestione di flussi migratori umani ordinati, al sostegno di imprese e famiglie nella transizione ecologica.

Che giudizio dà di Raffaele Fitto vicepresidente?

Nulla da eccepire sulla persona, anche se come ministro del Pnrr non ha certo fatto meraviglie... Ma sono tra chi contesta che sia anche vicepresidente esecutivo come esponente dell’Ecr, un gruppo che non fa parte della maggioranza europeista che ha votato Von der Leyen e non ne condivide le priorità condivise.

Avete promosso l’Intergruppo europeo per la pace. Di che si tratta?

L’Intergruppo “per la pace, la diplomazia e il dialogo multilaterale” è un’impresa collettiva, pensato come luogo in cui posano ritrovarsi, nello spirito della PerugiAssisi e delle manifestazioni di oggi in diverse città italiane, politici di diversa appartenenza, proprio per tentare di ridare slancio all’Europa della pace nel mondo delle decine e decine di guerre. Siamo in quattro proponenti – Leoluca Orlando dei Verdi, Danilo Della Valle del M5s e l’irlandese Michael McNamara di Renew oltre a me – ma altre e altri hanno dato già disponibilità. C’è poi un’iniziativa simile lanciata da Massimiliano Salini, del Ppe, un collega che stimo. Vedremo se sarà possibile convergere.

Dopo l’attacco israeliano alle postazioni Unifil al confine con il Libano la reazione del governo italiano è stata adeguata?

C’è stata una difesa del ruolo dei nostri militari, doverosa, ma qui l’attacco è all’Onu, è il ruolo dell’Onu che andava difeso prima di ogni altra cosa. Non ho sentito, soprattutto, una difesa del ruolo delle agenzie dell’Onu, penso all’Unrwa e non solo. Il ministro Crosetto ha parlato dei colpi contro l’Onu come “crimini di guerra” e il pogrom di Hamas è esecrato da tutti come tale, ma che cosa sono la distruzione di Gaza e la tragedia dei palestinesi nella Striscia e in Cisgiordania e la “Gaza 2” in Libano?

Lei è presidente della Delegazione Europa-Albania, che valutazione dà della polemica che è nata fra il governo e il Tribunale di Roma per i trattenimenti non convalidati in Albania?

Saremo in missione a Tirana da oggi al 31 ottobre. Lavoriamo per accompagnare a livello interparlamentare il percorso di riforme dell’Albania per l’ingresso nella Ue. Mi limito a dire che questo Paese fratello non può e non deve diventare il luogo in cui “delocalizzare” i problemi migratori o le fobie di Italia ed Europa. Nel mio ruolo mi interessa il rispetto della legalità europea, che in questo caso tutela non solo merci, ma esseri umani.