Gasdotto. Tap, petizione e polemiche. È scontro aperto sul gasdotto
E' ancora duello a distanza tra gli ambientalisti e il consorzio Tap. Mentre centinaia di manifestanti sin dall’alba si sono dati appuntamento per presidiare le operazioni di espianto degli ultimi 28 ulivi (mai avviate, in verità, anche per via del maltempo) la battaglia tra i due fronti è andata avanti, innanzitutto sul piano mediatico, combattuta a suon di comunicati e di prese di posizione. Marco Potì, sindaco di Melendugno, sul cui territorio sta prendendo forma l’infrastruttura, ha avviato una raccolta di firme contro l’opera, coinvolgendo 94 primi cittadini della provincia di Lecce. Il documento è un appello con cui si chiede al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e al presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, di sospendere immediatamente i lavori. Secondo i firmatari del testo, «il progetto del gasdotto Tap determinerà una violenta e irreversibile ferita a questo territorio, unico per le sue bellezze e per le sue caratteristiche paesaggistiche apprezzate in tutto il mondo».
Non solo: il gasdotto porterà a «una mutazione genetica» di questa terra e, dunque, per evitare tutto questo, va disposta «un’immediata sospensione delle attività in corso anche a tutela dell’incolumità dei cittadini che legittimamente manifestano il proprio dissenso». La richiesta di convocare «con urgenza un incontro tecnico politico», propedeutico all’avvio di un’attività di ricerca di soluzioni più avanzate, è stata immediatamente rispedita al mittente dall’azienda, che parla di petizione «piena di inesattezze », smentendo punto per punto la posizione degli ambientalisti. «Il gas è la più pulita delle fonti fossili, Tap potrà dunque dare un contributo alla de-carbonizzazione della Regione Puglia» sostiene il consorzio, secondo cui «non ci saranno mai scavi sulla spiaggia, che resterà intatta perfino in fase di costruzione dell’opera. Il tunnel sotterraneo verrà infatti realizzato con un pozzo di scavo a terra (circa 600 metri alle spalle della spiaggia) e giungerà in mare a circa 800 metri dalla costa, ad una profondità di oltre 25 metri». Botta e risposta tra le parti anche sull’impatto che Tap avrà sul paesaggio.
«Questa infrastruttura energetico-industriale prevede, in corrispondenza della stupenda spiaggia di San Basilio (San Foca–Melendugno), la costruzione di un maxi tunnel in cemento armato lungo 1,5 chilometri e una successiva condotta di oltre 8 chilometri, che devasterà così la campagna salentina, sino alla gigantesca centrale di depressurizzazione, estesa per 12 ettari, a ridosso di quattro centri densamente abitati, con gravi conseguenze sulla salute e per la sicurezza di oltre 30mila abitanti» accusano i no Tap. «Non ci sarà alcuna centrale in agro di Melendugno, ma un terminale di ricezione. Il terminale sarà situato in un’area di 12 ettari dei quali solo 3.500 metri quadri saranno occupati da edifici, per lo più adibiti a uffici, di un solo piano e rivestiti in pietra leccese, per garantire l’inserimento della struttura nel paesaggio circostante» è stata la replica dell’azienda. Intanto, dopo le polemiche del fine settimana sulla presenza dei bambini in cantiere per le proteste no Tap, ieri si è svolto un corteo per le strade del paese, mentre all’istituto scolastico 'Mazzini' la preside ha letto alcune poesie sull’ambiente scritte dai piccoli alunni.