Il programma. Tanti sguardi sui popoli segnati dai conflitti e dalle sofferenze
Nella Fiera di Rimini, il giorno della vigilia, il senso di vuoto nei padiglioni, appena entrati, dura un attimo. Il tempo di essere travolti dall’onda di piena dei volontari della ristorazione che hanno appena finito il loro incontro e sciamano uscendo da quella che da oggi diventerà la 'Sala Neri'. Sono in 720, cureranno quattro spazi di ristorazione tipica regionale e i vari fast food disseminati nei padiglioni. A guidarli un manager della ristorazione in pensione, Renzo Rastelli, che esibisce i suoi 35 anni di militanza, fin dalla prima edizione: anche in questa veste, insomma, gli anni di contribuzione ci sarebbero tutti, ma la pensione può aspettare. Se non delle 'periferie esistenziali' avrebbero potuto chiamarlo il Meeting dell’essenziale. Sì, meno spazi espositivi (ma 'tengono' rispetto allo scorso anno) per via dei diminuiti sponsor e contributi istituzionali, perché la crisi c’è e si fa sentire anche qui. Ma il capitale umano, e il messaggio di speranza del Meeting che lo alimenta, resta intatto. Anzi. I volontari sarebbero potuti anche aumentare, ma a circa 200 che hanno fatto domanda, a fronte dei 3.800 in servizio (600 quelli che hanno 'donato' una settimana per rendere possibile l’allestimento) è stato necessario rispondere di no. Sarà per il prossimo anno. Il Meeting che non ha il politico di punta ad aprire i lavori, dopo i Napolitano, Monti e Letta degli scorsi anni – ma arruolerà comunque cinque ministri (Giannini, Martina, Galletti, Poletti e Lorenzin) – sceglie la frontiera travagliata del Medio Oriente, oggi, per il giorno di avvio, con il Custode di Terrasanta padre Pierbattista Pizzaballa, che porterà la sua testimonianza nel pomeriggio, mentre la Messa, celebrata in mattinata dal vescovo di Rimini Francesco Lambiasi, segnerà l’apertura ufficiale dei padiglioni.
In tante terre segnate dai conflitti in nome della religione la scommessa, a Rimini, è mettere in vetrina una speranza tenace nella pace e nel dialogo. Come quella di Giorgio Buccellati, l’archeologo che ha messo in piedi la scommessa delle scommesse di questo Meeting. La Siria, la terra dell’orrore, del martirio dei cristiani e di milioni di profughi messi in fuga, raccontata con l’ostinazione della fede e della ragione. La Siria luogo della bellezza e culla della civiltà mesopotamica, è questo l’oggetto di una mostra ('Dal profondo del tempo') già destinata a segnare l’edizione di quest’anno, che sarà presentata stasera dal direttore generale della antichità di Siria, Maamoun Abdulkarim.
Un vero 'Meeting dell’amicizia fra i popoli', insomma, come nella dizione iniziale di 35 anni fa. Ospiti di 24 nazioni, volontari provenienti da 19, con russi e ucraini a lavorare fianco a fianco a dispetto del conflitto che li mette uno contro l’altro. Sullo stesso filone la storia di Swap, (Share With all People) un esempio di dialogo fra religioni fiorito in Egitto fra studenti universitari di diverse fedi, che verrà presentato anch’esso stasera, ma per tutta la settimana sarà possibile conoscerlo attraverso la mostra allestita dall’Università Cattolica, riproposta qui Rimini. Così si apre il Meeting e così chiuderà, sabato, con un altro atteso incontro che metterà a confronto testimoni di prima grandezza della crisi irachena, della Nigeria, del Pakistan e dell’Afghanistan. Una chiusura col botto, sabato, perché nella giornata finale c’è attesa soprattutto per Sergio Marchionne, un ritorno per l’ad del gruppo Fiat e presidente di Chrysler. Lui e il presidente di Confindustria Sergio Squinzi – che sarà di scena invece venerdì – saranno le due star dell’economia in cartellone. Ma il tema, per loro, sarà lo stesso su cui si cimenteranno ogni giorno, a fine mattinata, tanti anonimi protagonisti delle 'start up' italiane: come creare lavoro, innovare e attrarre investimenti nell’era della crisi che tiene l’Italia ancora sul filo della recessione. E il Meeting dell’essenziale riscopre i suoi maestri: Charles Peguy (una mostra ricorderà il grande scrittore francese nell’anno del centenario), Lev Tolstoj, e poi Giovannino Guareschi ed Enzo Jannacci, due grandi personaggi della cultura e dell’arte che verranno messi a confronto in una mostra che avrà un curatore di eccezione in Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione Sussidiarietà. Un Meeting che si apre al mondo anche attraverso il Web, e lancia l’hastag #meeting14. Costerà quest’anno 7.157.400 euro, e per la prima volta sperimenterà una raccolta fondi in grande stile fra le gente e fra gli imprenditori attraverso la 'Community Meeting', altro segno dei tempi di questa edizione più 'povera' ed essenziale. Un Meeting che segna la fine estate riminese ormai da due generazioni e anche la città che lo ospita ha voluto ricordarsi del fondatore, intitolando pochi giorni fa a don Luigi Giussani, scomparso nel 2005, la rotatoria del Palacongressi, da cui parte la strada che porta alla nuova Fiera.