Attualità

ZURIGO. Suicidio assistitito in Svizzera, le reazioni in Italia

lunedì 16 maggio 2011
Non trova legittimità una società che elimina a cuor leggero chi, magari spesso per solitudine o percezione errata di rappresentare un peso per il prossimo, preferisce il suicidio assistito alla possibilità di lasciare che a prendersi cura di lui, anche nella fase più difficile, vi siano delle persone solidali". Lo ha detto Paola Binetti (Udc), commentando la notizia del risultato del referendum nel cantone svizzero di Zurigo che ha bocciato la proposta di divieto di suicidio assistito per gli stranieri.La possibilità del suicidio assistito in Svizzera, non provocherà un fenomeno di migrazione dall'Italia. Ne è convinto Amedeo Bianco, presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici (Fnomceo). "Quella del suicidio assistito non è un'esigenza molto sentita in Italia, anche se ovviamente è difficile avere delle statistiche precise in questo campo - spiega Bianco - e non credo che la legge svizzera possa avere effetti dal punto di vista della frequenza di questi viaggi, che al momento avvengono in un numero limitato di casi. Quello che da noi bisogna migliorare è la cultura del sollievo del dolore e della palliazione"."Il dibattito sul suicidio assistito, sollevato oggi dal referendum di Zurigo non ha niente a che vedere con il lavoro parlamentare per l'introduzione del biotestamento", dichiara il senatore del Pd Ignazio Marino. "Suicidio assistito vuol dire aiutare una persona a morire uccidendola con un veleno, seppure su sua richiesta. Niente a che fare con la libertà di scegliere le cure cui sottoporsi, obiettivo di una legge per l'introduzione delle direttive anticipate". Mentre Zurigo conferma la possibilità di chiedere e ottenere il suicidio assistito, l'Italia "ne proibisce anche il dibattito": è quanto afferma invece Marco Cappato, segretario dell'Associazione Luca Coscioni, Lista Bonino-Pannella.