Nessun caso di omofobia o di bullismo: il ragazzo “dai pantaloni rosa”, come venne definito allora nelle cronache dei media, che si tolse la vita il 20 novembre 2012 a Roma fu spinto al gesto da una delusione d’amore per una ragazza, una sua compagna di scuola.
È questo quanto emerge dall’inchiesta della procura che ha chiesto l’archiviazione del procedimento. Le indagini hanno sgomberato le ipotesi sul movente omofobico del suicidio: il ragazzino, che non era omosessuale, non è mai stato fatto oggetto di scherno o persecuzione da parte dei compagni.