Brianza. Studenti, medici in ferie e la parrocchia. L'hub dove tutti sono volontari
Andrea Faccioli e Lorenzo Buraschi, 18 anni, i ragazzi del liceo Marie Curie
La Lombardia che ha ricominciato a fare la Lombardia – oltre 110mila vaccinazioni al giorno, 3 milioni e 296mila i cittadini che hanno ricevuto già una dose – ha il volto sorridente di Eleonora, 25 anni, pilastro dell’accettazione all’hub vaccinale di massa di Meda, nel cuore della Brianza. Contapersone alla mano, pazienza infinita, la laurea in Lettere messa (per ora) nel cassetto causa pandemia: «Sono qui sei ore al giorno e mi sento utile. Faccio la mia parte». Non la paga nessuno, come gli altri 150 volontari che da un mese fanno girare a ritmo vorticoso il piccolo miracolo che è questo centro gestito dall’Istituto Auxologico italiano, con la collaborazione del Comune e dell’Ats: 900 vaccinazioni al giorno (si supereranno le mille nei prossimi), 14mila persone già immunizzate e tutta la città che si dà da fare h24 per farlo funzionare (dalle parrocchie alla scuola, dalle associazioni del Terzo settore fino ai bar e le pasticcerie).
Eleonora Caffulli, 25 anni, “pilastro” dell'accettazione - Foto di Viviana Daloiso
Potere del Covid, che ha messo tutti in movimento invece che fermarli: medici in pensione, infermieri in ferie, specializzandi, donatori di sangue, alpini, «ognuno offre la propria professionalità e il proprio entusiasmo per gli altri – spiega il direttore generale dell’Auxologico, Mario Colombo – partendo dalla convinzione che questo Palazzetto dello Sport prima di tutto è un luogo di cura». Il motto sta scritto in grande sullo striscione appeso agli spalti, e all’ingresso: «Con la nostra generosità e il nostro impegno sconfiggeremo il Covid». A Colombo, d’altronde, che a Meda vive, non è servito nemmeno un minuto per convincere il sindaco a rendere disponibile la struttura: da qui anziani e disabili dovevano spostarsi a Milano per vaccinarsi, «adesso invece sono a casa loro, coi loro figli che li accolgono».
Il dottor Antonio Conti insieme a Noemi - Foto di Viviana Daloiso
A ogni box c’è un ragazzo, con la sua storia: Susanna, Noemi, Tommaso, Andrea. «Siamo stati chiusi in casa un anno, ci siamo visti portare via tutto e sentiti dire che gli untori eravamo noi – racconta Lorenzo –. Questo è il nostro riscatto e il nostro orgoglio». Ha 18 anni, fa parte dei 60 maturandi (e non solo) del liceo Marie Curie, che hanno chiesto e ottenuto di poter aiutare. «Un’esperienza che ci fa crescere» dice, mentre prende sottobraccio una vecchietta disorientata: «Venga, signora, stia tranquilla che adesso la porto io dal dottore». Dietro al plexiglass c’è Antonio Conti, nella vita endocrinologo all’Auxologico e un curriculum sterminato nel campo del diabete, nel tempo libero responsabile dell’organizzazione dei turni all’hub: «La cosa incredibile è vedere con quanta passione e disponibilità le persone si dedichino a tutto questo – racconta –. Abbiamo primari che vengono qui, anche da ospedali di Milano, a fine turno o quando sono in ferie. Anche il primo maggio abbiamo avuto squadre al completo per coprire tutte le fasce orarie». E poi lo scambio intergenerazionale: «I giovani sono fondamentali per noi, senza di loro questa macchina da 15 minuti a persona (nessuno ha ancora aspettato di più nel Palazzetto) si incepperebbe subito». Dietro di lui, al box vaccinazioni, ad aspettare la vecchietta – che adesso sorride e fa complimenti a tutti per la gentilezza – c’è Daniela Turati, l’infermiera col record di iniezioni (160 in 4 ore) e presenze (5 giorni su 7): «Ho passato la mia vita a vaccinare i bambini nei centri di Igiene pubblica, dove altro potrei essere adesso se non qui?».
I fratelli pasticceri Marzio e Giuseppe Giussani - Foto di Viviana Daloiso
Alle 11 – appena prima che varchi la soglia la vicepresidente della Regione Lombardia Letizia Moratti, per la sua visita e il suo omaggio ai volontari – inizia il “turno speciale” di Marzio e Giuseppe Giussani, i fratelli che gestiscono la storica Pasticceria Centrale di Meda: «Portiamo da mangiare per chi lavora qui e non si ferma mai. È il nostro modo di contribuire: loro lo fanno coi vaccini, noi con le brioche e i tramezzini». Non sono soli: durante le lunghe giornate dei volontari arrivano anche i vassoi coi caffè dai bar, le bottigliette d’acqua, le bibite. Persino tavoli e sedie sono stati donati, dalla Comunità Pastorale Santo Crocifisso. E i il contributo della vaccinazione ricevuto dalla Regione – 6 euro a iniezione – verrà a sua volta devoluto in beneficenza: «Compreremo ambulanze, oppure costruiremo un giardino per questa comunità – immagina Colombo –. La sanità è di tutti e per tutti, questa condivisione lo dimostra plasticamente».
Il Palazzetto dello Sport di Meda, che ospita l'hub vaccinale - Istituto Auxologico
C’è il tempo di una pausa anche per Elena Bisso, coordinatrice infermieristica, factotum nella “stanza dei bottoni”: lo sgabuzzo di 4 metri per 4 dove i vaccini arrivano, vengono sistemati, conservati nei frigo e si preparano le dosi già diluite per i box. All’hub di Meda c’è un volontario di guardia anche di notte: controlla che quei frigo non smettano mai di funzionare. Con la speranza che hanno dentro.