Attualità

Cvtà Street Fest. Il Molise che resiste si disegna sui muri di Civitacampomarano

Giuseppe Matarazzo sabato 8 giugno 2024

Alice Pasquini, Civitacampomarano, 2015

Civitacampomarano, poco più di 300 abitanti, in provincia di Campobasso, Molise, è uno di quei borghi dalla grande storia, ma dal futuro apparentemente segnato da spopolamento e desertificazione. Come tanti, nelle aree interne del Sud. Eppure, questo centro medievale, di viuzze, angoli caratteristici e che può contare un meraviglioso Castello Angioino, ha trovato la sua chiave di riscatto e di rinascita. Con l’arte. L’arte di strada che con il Cvtà Street Fest, il festival internazionale diretto da Alice Pasquini e organizzato dall'Associazione Culturale CivitArt, ha trasformato il piccolo paese molisano in un museo a cielo aperto, libero e gratuito, meta di street artists e visitatori provenienti da tutto il mondo. Il simbolo del Molise che “resiste”. Come “urla” da un angolo del paese una delle tante opere che nel tempo hanno colorato muri e scorci del paese.

Il Molise non esiste resiste - Foto Ufficio Stampa

La nuova edizione del festival torna ad animare Civitacampomarano dal 14 al 16 giugno, con l’arte, dunque, la musica e innumerevoli eventi. Nel borgo artisti da Gran Bretagna, Norvegia, Spagna, e Grecia: il duo inglese Snik, tra i nomi in costante ascesa nel panorama dell’arte urbana contemporanea, noto per l’utilizzo della tecnica degli stencil multilivello, rigorosamente tagliati a mano; Strøk, nome d’arte di Anders Gjennestad, artista norvegese che si distingue per le sue creazioni surreali e poetiche, figure tridimensionali che sembrano sfidare le leggi di gravità; il catalano Octavi Serra, che tra design e fotografia costruisce vere e proprie installazioni concettuali che criticano la società contemporanea sollecitando il cambiamento; e Taxis, al secolo Dimitris Trimintzios, nato in Polonia ma residente in Grecia, artista eclettico, sempre in bilico tra realismo ed astrazione, capace di catturare emozioni e stati d'animo.

CVTà 2019, Civitacampomarano - © Ian Cox

Sono loro i protagonisti di questa nuova edizione di Cvtà Street art, a cui il paese offrirà i propri muri, porte e scorci, come tela per creare opere inedite e site specific, realizzate con tecniche poliedriche, alla costante ricerca di nuove interazioni con i luoghi e con la comunità, in un legame ideale tra passato e contemporaneità. Testimonianze che gli artisti lasciano sui muri e che si integrano in modo originale con le tradizioni e il paesaggio locale creando una galleria d’arte su strada in continua evoluzione, che conta oggi oltre 70 opere d’arte. “Artisti e professionisti dell’arte provenienti da tutto il mondo si mescolano e si lasciano adottare dalla realtà locale di un borgo circondato dal verde dei boschi e dalla profondità della Cavatella, caratterizzato dall’imponente mole della fortezza angioina, ma anche dalle case disabitate, dall’assenza di giovani, dalle migrazioni – dice l'ideatrice del festival, Alice Pasquini -. Gli artisti irrompono con la vitalità dell’energia creativa a rianimare il borgo, portano colori, suoni e storie che rendono il festival un momento di arte relazionale e contestuale, in cui centrali sono la scoperta dell’altro e del patrimonio culturale, l'incontro generazionale, lo scambio tra tradizione e contemporaneità. La miscela eterogenea di artigianato e innovazione, tradizione e novità che si presenta ai partecipanti, artisti compresi, stride e affascina al tempo stesso e ha garantito nel tempo il successo dell’iniziativa, che ha reso il borgo una suggestiva meta turistica. Durante il Cvtà street fest non si realizzano solo opere di street art, ma avviene uno scambio di culture che rendono identitarie le creazioni artistiche”.

“Algarabía”, di Cristian Blanxer e Victor Garcia Repo - Foto Ufficio Stampa

Sul versante degli eventi, il calendario di quest’edizione di Cvtà Street Fest si arricchisce di nuove proposte e nuovi ospiti, a cominciare dalla musica con Filoq, dj, producer, sound designer e music supervisor, perennemente in viaggio dal porto di Genova al mondo che approda sabato alle 22.00 sul palcoscenico di Piazza Municipio, con uno dei sui set che attraversano la global beats, il jazz e la musica elettronica, mixando musica tradizionale presa da ogni parte del mondo e beat digitali in un taglia e cuci che stupisce il pubblico. Come da consuetudine di Cvtà Street Fest, il festival è anche occasione per scoprire le bellezze naturali e storiche del borgo, come il Castello Angioino, e la sua cultura, a cominciare da quella gastronomica dello street food di prodotti tipici locali come i “cielli” e le “passatelle”. Le giornate di venerdì e sabato saranno dedicate alla fotografia, con il workshop “Urban Photo Hunts: i tessuti di Civita” alla scoperta delle mille sfaccettature rurali e artistiche di Civitacampomarano, organizzato con Urban Photo Hunts, associazione culturale promuove l'esplorazione creativa degli spazi urbani tramite “cacce fotografiche” e camminate. E alla poetry slam, la competizione “a suon di versi” che vedrà gareggiare tra loro aspiranti poeti che hanno a disposizione solo corpo, voce e pochi minuti, e la cui performance verrà giudicata dal pubblico. Mentre gli attesissimi tour dei muri si arricchiscono con nuove proposte: un tour guidato dai bambini e a loro specificatamente dedicato, il tour “fit” per i più sportivi, e il tour dei muri notturno, alla scoperta delle opere diffuse nel paese, che per la prima volta saranno illuminate e visibili anche dopo il calar del sole.

Cvtà2019, Alice Pasquini, Civitacampomarano - © Ian Cox

“Un festival di street art può nascere solo attraverso la partecipazione e la condivisione del progetto da parte di un’intera comunità. In quest’ottica sono stati gli stessi abitanti di Civitacampomarano a fare a gara per mettere a disposizione degli artisti il muro più bello, lo scorcio più ammaliante, il panorama più prezioso”, scrive Nicolas Ballario nel prezioso volume 100 luoghi del contemporaneo in Italia (24ore Cultura, pagine 240, euro 65), dedicando un focus proprio al Cvtà Street Fest. Il curatore e conduttore sarà ospite del festival per raccontare la sua ricerca su un’Italia tutta da scoprire e approfondire: una guida alternativa ai percorsi storici più battuti, in cui Civitacampomarano è entrata a pieno titolo.

Una delle opere del Cvtà Street Fest - © Alessia Di Risio

Il festival nasce da una email inviata ad Alice Pasquini nel 2014 da Ylenia Carelli, presidente della Pro Loco “Vincenzo Cuoco” di Civitacampomarano: un invito a fare tappa nel borgo molisano per dipingere i muri del centro storico ormai quasi completamente disabitato. Prendendo spunto da fotografie d’epoca della vita del paese, “ho dipinto su vecchie porte, per ricordare quello che ora non c’è più – spiega l’artista –: molte case bellissime ora sono vuote, lo spopolamento è stato enorme e Civitacampomarano oggi conta poco più di quattrocento abitanti”. Il legame fra il borgo molisano e questa artista cosmopolita, ambasciatrice della street art italiana in tutto il mondo, non è solo artistico, ma anche biografico: “Per me non è un paese qualsiasi – racconta – è il paese natale di mio nonno, ma questo l’autrice della mail non lo sapeva”. Il viaggio di Alice diventa così non solo un viaggio alla scoperta delle bellezze di un’Italia minore, ma anche un percorso nella memoria familiare. Gli abitanti del borgo adottano l’artista e i suoi lavori diventano motivo di orgoglio e punto di partenza per una riscoperta e una valorizzazione del centro antico. Da qui il Festival. E il riscatto di Civitacampomarano, simbolo, sì, del Molise che resiste.