Aiuto, non sappiamo più quanti sono gli immigrati. Secondo alcune testate, almeno 800mila mancano all’appello causa crisi, rimpatriati o migrati nei Paesi del nord a lavorare. Eppure, crisi o no – che certo ha toccato i migranti – a certificare un esodo annunciato manca la prova del nove.La fonte del calo degli immigrati è ufficiale, il censimento Istat del 2011. Il problema è l’interpretazione dei dati. In primavera le persone straniere censite risultavano quasi 3,8 milioni, una differenza di quasi 800 mila persone, un quinto, sui 4,6 milioni di residenti registrati in anagrafe al 31 dicembre 2010 che ha fatto gridare agli immigrati “fantasma”. Dove sono finiti? Ragionevole pensare, come ha fatto l’Istat raccogliendo testimonianze porta a porta con i rilevatori, che si tratti per buona parte di trasferimenti o rimpatri volontari. Poi il dato ha assunto vita propria anche se un paletto temporale suggerisce cautela.«Occorre aspettare i dati definitivi di fine 2013 – afferma Franco Pittau, coordinatore del dossier statistico Caritas-Migrantes, l’autorevole fonte di informazione sull’argomento – perché il censimento, operazione complessa, può non aver raggiunto tutta popolazione straniera per motivi logistici o per la reticenza di chi vive in ambienti disagiati o sovraffollati. Inoltre, sfuggire al censimento può apparire una tutela a chi perde il lavoro, soprattutto se ha intenzione di rimanere in Italia da irregolare. Senza il lavoro si perde dopo 12 mesi il diritto al soggiorno per sé e i famigliari, allora c’è chi decide di partire o rimpatria le famiglie. Il dubbio è se tutto ciò abbia riguardato 700mila persone o più. A noi sembrano troppe. Il 60% degli immigrati ha un permesso di lungo periodo a tempo indeterminato. Quindi anche se disoccupati perché dovrebbero andare in un altro paese europeo perdendo lo status acquisito?».Lo scorso giugno, grazie all’aggiornamento dei dati di 12 comuni con oltre 100mila abitanti, l’Istat ha fornito una prima revisione, accrescendo di 90mila persone la popolazione straniera, aumentata a 3.865.000. Migliaia di “fantasmi” in meno. «La revisione definitiva – conferma Giuseppe Sindoni, responsabile dati del censimento Istat – per legge avverrà a fine 2013». Quindi dati certi si avranno circa tra 12 mesi. «Ma non credo si discosterà molto – prosegue Sindoni – perché abbiamo rilevato che molte persone si sono trasferite o sono rimpatriate. La differenza con i dati Caritas è che noi ci rivolgiamo ai regolarmente soggiornanti, la Caritas stima anche gli irregolari». A spiegare in parte la differenza tra Istat e Caritas è l’anagrafe. Parte dei “fantasmi” sono immigrati trasferitisi dal 2001 al 2011 e mai cancellatisi dal registro comunale. I curatori del dossier Caritas hanno un altro dato incontrovertibile del ministero dellIinterno, sul quale lavorano in attesa dei risultati censuari definitivi: è l’archivio sui permessi di soggiorno che decadono automaticamente senza rinnovo. Il Viminale l’1 gennaio 2011 aveva rilasciato 3,7 milioni di permessi, un anno dopo erano aumentati a oltre 3,8. «Merito di sanatorie piuttosto che di ricongiungimenti – spiega Pittau – che pareggiano le partenze». Caso esemplare, le badanti. Sono in fuga, come si dice?«Non risulta – osserva Pittau – perché le regolarizzazioni per lavoro domestico sono state 400 mila nell’ultimo triennio. Certo più italiane si orientano sul settore, ma le straniere lavorano di più in nero». Il Ministero del lavoro offre altre conferme, rilevando l’aumento di immigrati disoccupati, 318 mila nel terzo trimestre del 2012, 54 mila in più rispetto allo stesso periodo del 2011 e, contemporaneamente, degli stranieri occupati, più 81 mila rispetto al 2011. Perché?«L’aumento degli immigrati disoccupati, contestuale alla costante anche se rallentata crescita degli occupati – spiega il sottosegretario Maria Cecilia Guerra – è dovuto all’aumento della popolazione straniera in Italia per ricongiungimenti e seconde generazioni». Stabilità, insomma.E quelle che la Caritas chiama “partenze nascoste? Secondo il dossier Caritas- Migrantes, nel 2011 il numero degli stranieri cancellati dall’anagrafe per rientri o migrazioni era di poco aumentato rispetto al 2010, circa 33mila unità. Nessuno ha dati certi sul 2012. Sono in compenso aumentate le acquisizioni di cittadinanza italiana – nel 2011 70mila – e le “fughe” di irregolari perché non hanno nulla da perdere. Quanti sono, insomma i migranti? Per Caritas-Migrantes,sommando i comunitari (1,3 milioni con un milione di romeni) agli oltre 3,8 milioni di regolari non comunitari si arriva a circa cinque milioni. La fuga di massa degli immigrati pare non esserci ancora stata, né ci sono alibi per depennare dall’agenda la questione dell’integrazione.