Violenza. Spara a moglie, figli e alla madre: un'altra strage di famiglia a Nuoro
Una delle due abitazioni in cui è avvenuta la strage
Strage familiare a Nuoro, in Sardegna nella mattinata di mercoledì. Roberto Gleboni, operaio di Forestas (ente forestale della Sardegna) di 52 anni, ha sparato e ucciso la moglie, Giuseppina Massetti (conosciuta come "Giusi"), casalinga di 43 anni – e la figlia 24enne, Martina Gleboni, neolaureata. In fin di vita uno dei due figli piccoli, di nove anni (del quale in un primo tempo era stata comunicata erroneamente la morte cerebrale). Feriti di striscio anche l'altro figlio, quattordicenne, oltreché il vicino e padrone di casa, Paolo Sanna, 69 anni, uscito sul pianerottolo allarmato dagli spari e a sua volta colpito da un proiettile. Sanna è l'altro ferito grave ed è ricoverato in rianimazione a Nuoro. Dall'abitazione, in cui viveva, in via Ichnunsa, teatro della strage, l'omicida si è spostato nella casa dell'anziana madre, in via Gonario Pinna, sempre a Nuoro, a 5 minuti di distanza in auto, e a 15 a piedi; entrato nell'appartamento ha aggredito la madre e ha aperto nuovamente il fuoco colpendola alla testa. L'anziana, Maria Esterina Riccardi, 83 anni, è miracolosamente sopravvissuta al colpo di pistola ed è stata ricoverata con 30 giorni di prognosi. Infine lo sparatore ha rivolto la pistola semiautomatica regolarmente detenuta contro di sé.
Il bilancio della strage è di tre morti e quattro feriti. I feriti sono stati trasportati dalle ambulanze del 118 all'ospedale San Francesco di Nuoro e all'ospedale di Sassari. Un'esplosione di violenza avvenuta senza preavviso né alcun pregresso. Roberto Gleboni non aveva precedenti né segnalazioni per episodi di maltrattamenti o violenza. «A mia madre, che ci ha creduto prima che ci credessi io. A mio padre, l'amore più grande della mia vita», è la dedica che la figlia 26enne aveva scritto sulla tesi di laurea (diploma che aveva appena conseguito) e che aveva postato su sul suo profilo Facebook. In un altro post, meno recente, di qualche anno fa, sul profilo della moglie, Giusi Massetti, lei e la figlia Martina sono ritratte con la scritta «No alla violenza sulle donne». Un vicino di casa, fino a ieri convinto di conoscere bene Gleboni, descrive l'operaio che guidava i mezzi antincendio dell'ente forestale sardo, come una persona tranquilla, amante degli animali e sempre disponibile ad aiutare gli altri.
Sui luoghi della strage, transennati dalle forze dell'ordine e dove, dopo la scoperta dei corpi, sono risuonate urla di rabbia e di disperazione di familiari e conoscenti, sono arrivati i sostituti procuratori della Repubblica, Riccardo Belfiori e Sandra Piccicuto, oltre ai reparti specializzati dei carabinieri e della polizia per i rilievi scientifici. Le indagini, coordinate dalla procura, sono affidate al comando provinciale dei carabinieri e alla questura, che procedono congiuntamente. La prefetta Alessandra Nigro ha convocato il comitato per l'ordine e la sicurezza.