Milano. Strage al tribunale, aumentati i controlli
Anche i magistrati che accedono ai cortili interni in auto e moto vengono identificati. "Guarda, oggi controllano anche i tesserini!" dice polemicamente un avvocato al collega, prima di salire la rampa di scale che porta all'interno del tribunale, facendo capire quanto facile possa essere stato per il "killer-immobiliarista" accedere all'interno della struttura con un'arma. Alle 11 in punto, l'attività del tribunale si ferma e in un silenzio rotto solo dalle chiacchiere di qualche ritardatario, questa vera e propria cittadella della giustizia commemora il giudice Fernando Ciampi, l'imprenditore Giorgio Erba e l'avvocato Lorenzo Claris Appiani, le tre vittime della follia di Claudio Giardiello. Alle 11, intanto, in un'aula magna gremitissima (molte le persone costrette ad assistere fuori dall'aula a causa del sovraffollamento) prende il via l'assemblea straordinaria convocata dall'Associazione Nazionale Magistrati per ricordare le vittime della strage. Ci sono numerosi giudici, tantissimi avvocati e anche il vice presidente del Consiglio Superiore della Magistratura Giovanni Legnini. Al secondo piano del Tribunale, davanti alla stanza 250, dove aveva lo studio il giudice Fernando Ciampi, qualcuno ha appoggiato un mazzo di fiori e una valigetta di cuoio. Vicino ai fiori anche un bigliettino, sul quale un avvocato ha lasciato scritto: "Vivrà sempre nel cuore di chi considera sacro il sangue versato per la Giustizia. Intanto all'ingresso del tribunale e nei corridoi sono in molti a puntare il dito sulla carenza dei controlli: "Ieri entrava chiunque, oggi facciamo finta di essere sicuri. Questi sono controlli formali, non sostanziali - spiega ad Avvenire l'avvocato Ugo Di Nicolò -. Io devo solo esibire il mio tesserino, ma nessuno controlla se sia vero o falso. E poi all'interno del tribunale non c'è nemmeno una telecamera o un sistema di video sorveglianza".