Attualità

MIGRANTI E POLITICA. Stop decreto flussi La Caritas contraria

Paolo Lambruschi venerdì 18 maggio 2012
​No allo stop del decreto flussi proposto dal ministro Cancellieri. Dalla seconda giornata del Migramed 2012 a Cagliari organizzata dalle Caritas del Mediterraneo emergono critiche all’ipotesi del ministro dell’Interno di chiudere le porte causa disoccupazione. Il pericolo concreto è che aumenti il traffico degli irregolari. Il primo «no» viene dal prefetto Mario Morcone, a lungo capo dipartimento al Viminale, oggi passato al Ministero per l’integrazione e la cooperazione. «Non c’è nesso tra disoccupazione e flussi regolari. Spesso poi l’ingresso dei stagionali cela contratti truffa per i lavoratori». Il prefetto ha ribadito quanto già chiesto più volte dalla Caritas, uno status giuridico ai 20mila stranieri giunti dalla Libia e ospitati nelle strutture di accoglienza del piano di emergenza nazionale Nordafrica fino al 31 dicembre. «Per me il permesso temporaneo è doveroso – ha aggiunto – e del sistema attuale considero positivo il ruolo delle regioni. Anche il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar) va considerato all’avanguardia in Europa perché mette in primo piano gli enti locali».  Morcone è d’accordo con la Caritas anche sul pieno ripristino del centro di Lampedusa. «Il centro è stato bruciato a settembre – ha concluso – non è possibile che a maggio sia ancora inagibile. Va tolta l’ordinanza che lo ha reso porto non sicuro». Perplesso anche Oliviero Forti, responsabile dell’ufficio immigrazione della Caritas nazionale: «Anche con questo governo, purtroppo, non ci sono spiragli per politiche di ingressi migratori regolari, aldilà dei flussi stagionali e le politiche di chiusura continueranno ad alimentare entrate irregolari nel nostro Paese, soprattutto dal nord Africa».Un nodo riguarda i rimpatri volontari assistiti. Per i quali, con il programma di controllo delle frontiere Frontex, Bruxelles ha pronti 2,5 miliardi di euro nel piano finanziario 2013-2020, come dichiarato da Chiara Gariazzo, dirigente della Commissione Ue. Anche per il direttore dell’Organizzazione internazionale per le Migrazioni Josè Angel Oropeza questi vanno rafforzati: «Per il 2012 prevediamo di effettuarne 2mila dall’Italia, che comunque deve puntare sull’integrazione per il futuro».Contrario ai rimpatri su base volontaria il sociologo tunisino Jean Pierre Cassarino che ha definito «fallimentare» l’attuale gestione. Contraria anche Laura Boldrini, portavoce dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per rifugiati, secondo la quale occorre considerare la circolarità della migrazione, che porta le persone a spostarsi di continuo. Quanto all’Italia, Laura Boldrini, si è detta «preoccupata» dalla dichiarazione politica del ministro Cancellieri. «Le persone migranti si prenderanno comunque i loro rischi per arrivare in Italia. La decisione non riguarderebbe i profughi, ma solo i migranti per motivi economici. In ogni caso flussi a quota zero non sono realistici e sono destinati a scontrarsi con la realtà e la disperazione di quanti fuggono in cerca di futuro». Un dato lo dimostra: lo scorso anno in Europa sono stati 270mila i richiedenti asilo, la metà circa dei profughi concentrati nel solo campo di Dadaab in Kenya.