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Vicenza. Nuova richiesta di suicidio assistito. Gheller: voglio morire, ma non ora

Redazione Interni sabato 2 luglio 2022

Stefano Gheller

Vorrebbe incontrare la popstar Madonna e il presidente Luca Zaia, per dirgli «di farsi parte attiva affinché la politica metta mano ad una legge seria sul fine vita». È su una carrozzina Stefano Gheller, 49enne di Cassola, in provincia di Vicenza, affetto dalla nascita da una grave forma di distrofia muscolare. Il suo terzo desiderio l’ha espresso nella lettera che ha inviato all’Usl 7 Pedemontana: «Con la presente – ha scritto – chiedo di attivare con urgenza la procedura prevista per l’accesso legale al suicidio medicalmente assistito».

Gheller vuole seguire la strada di Federico “Mario” Carboni, che poche settimane fa è stato accompagnato a morire dopo aver ottenuto il via libera dal Comitato etico dell’Azienda sanitaria delle Marche. In risposta alla sua missiva, il direttore generale dell’Usl 7 gli ha fatto sapere che verrà nominata una commissione per «verificare l’effettiva sussistenza dei motivi alla base della richiesta». In realtà Gheller – che, come “Mario” è seguito dall’associazione Luca Coscioni – non ha ancora deciso quando sarà il tempo giusto per lasciarsi andare. «Io non desidero morire in questo istante – racconta –, ma voglio avere il diritto di farlo appena sentirò che è arrivato il momento». Dice di sentirsi al limite delle forze, fisiche e mentali: «Qualche anno fa avevo deciso di andare in Svizzera, dove l’eutanasia è già regolamentata. Ma ho pensato che avrei potuto dare un senso alla mia morte se fossi rimasto qui, affinché anche in Italia si possa esercitare il suicidio medicalmente assistito».

In molti gli stanno vicino, a partire dal vescovo di Vicenza Beniamino Pizziol: «Conosco Stefano da almeno tre anni. Sono andato più volte a trovarlo. È solo, vive effettivamente una condizione difficile, aggravata dalla pandemia – ammette il presule –. È assistito da una collaboratrice familiare. Ha una sorella, anche lei in condizioni di salute precarie. Quindi l’accompagnamento è doveroso. Anche perché comprensibile che si lasci prendere dallo sconforto». La prossima settimana Pizziol tornerà a trovarlo. Stefano ha racconto che il vescovo gli ha proposto una vacanza, a sue spese: «Sapeva che ad agosto volevo andare in vacanza a Bibione» dice Gheller. Che aggiunge: «Vorrei che tutte le persone fossero come lui: non giudica e mi ha fatto sentire compreso». «Certo – conferma Pizziol – gli ho detto chiaramente che cosa pensa la Chiesa di quello che vorrebbe essere il suo gesto estremo, ma, appunto, senza giudicare. Continuerò a stargli vicino». Anche il presidente Luca Zaia ha assicurato che andrà a trovarlo per ascoltarlo.