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CONTI PUBBLICI. Manovra, Tremonti: fiducia necessaria Standard & Poor's: restano dubbi

venerdì 1 luglio 2011
Il governo è aperto al confronto con l'opposizione sulla manovra economica, ma è determinato a rispettare la tabella di marcia con l'approvazione del provvedimento prima della pausa estiva. A confermarlo è lo stesso ministro dell'Economia Giulio Tremonti dai microfoni di Sky Tg24. «Se ci sono idee buone - sottolinea - sono assolutamente ben venute, ma due più due deve fare quattro, comunque - ripete - se vengono buone idee le prendiamo tutte: l'importante che la legge sia approvata nei modi e nei tempi giusti e come abbiamo sempre fatto prima dell'estate».Nonostante la manovra da 47 miliardi di euro varata dal governo, in Italia «restano rischi sostanziali per il piano di riduzione del debito, soprattutto a causa delle deboli prospettive di crescita». È il giudizio di Standard and Poor's all'indomani del Consiglio dei ministri che ha dato il via libera alle misure per il 2011-2014 che dovranno portare il nostro Paese al pareggio di bilancio.Il premier Silvio Berlusconi conferma che sulla manovra, alla fine dell'iter parlamentare, «sarà posta la fiducia, eventualmente con l'aggiunta dei suggerimenti migliorativi». Suggerimenti che potranno arrivare anche dall'opposizione, ma solo, avverte, se «si tratta di buoni consigli e non di emendamenti localistici e di parte». Cioè, spiega il premier, anche in Parlamento «dovrà continuare il criterio del buon senso del padre di famiglia che abbiamo utilizzato e saremo lì ad accettare eventuali miglioramenti» che mirino «allo sviluppo» ma tenendo ben presente «il rigore dei conti».L'annuncio della fiducia suscita già le prime reazioni nell'opposizione. Secondo il leader dell'Idv, Antonio Di Pietro, «le pretese di Berlusconi sono ridicole e contraddittorie. Da una parte chiede all'opposizione di collaborare per venire incontro a una necessità reale che è quella di far quadrare i conti e di risolvere l'emergenza economica. Dall'altra annuncia che metterà la fiducia. Insomma, quale collaborazione vuole? Quello che vuole è solo servilismo». Per il leader del Pd, Pier Luigi Bersani, si tratta di una manovra «inaccettabile sotto il profilo sociale».«Si buttano in giro specchietti per le allodole, i Suv, queste cose simpatiche. Ma questa - aggiunge Bersani - è una botta micidiale, è una vera bomba a orologeria sul 2013-2014, cioè pensare di tagliare dieci miliardi dopo averne tagliati altrettanti - osserva ancora il leader Pd - in questi due anni». E sui tagli ai costi della politica, Bersani annuncia: «Se vogliamo fare sul serio noi metteremo gli emendamenti». Scettici anche i sindacati. «Berlusconi sbaglia a mettere la fiducia sulla manovra», sottolinea il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, nel corso di una conferenza stampa. «Questo - prosegue - è solo un appuntamento, altri ce ne saranno. Sbaglia quindi a mettere la fiducia per evitare il dibattito parlamentare, sbaglia a mettere la fiducia per difendersi dai suoi». Secondo Bonanni, però «sbaglierebbero le forze parlamentari qualora usassero il dibattito parlamentare solo per disturbare e rallentare» l'iter della manovra stessa. Intanto sono già sul piede di guerra Regioni ed enti locali per i tagli da 9,6 miliardi previsti nel biennio 2013-2014. Il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, esprime «forte preoccupazione» e chiede «un'operazione verità da parte del presidente del Consiglio: deve dire ai cittadini - afferma Errani - quali servizi la Repubblica italiana è in grado di assicurare».