Stamina, presidio delle famiglie a Brescia
Alcune famiglie di malati, trattati con il metodo Stamina, hanno partecipato stamattina a un presidio davanti agli Spedali Civili di Brescia per chiedere la prosecuzione delle cure. Lo stop alle infusioni era stato chiesto da un'ordinanza dell'Aifa e, in seguito, nello scorso aprile anche i medici avevano comunicato l'intenzione di interrompere il trattamento in attesa di certezze sull'efficacia del metodo. Le sentenze di alcuni tribunali, però, hanno chiesto in determinati casi di proseguire con le cure. Basandosi su queste sentenze gli organizzatori del presidio hanno chiesto e ottenuto un incontro con il direttore generale degli Spedali Civili, Ezio Belleri. "Siamo qui per pretendere la continuazione della terapia perché le condizioni di Daniele stanno peggiorando. Entro in ospedale con un avvocato e un ufficiale giudiziario per far rispettare la sentenza del tribunale di Matera" ha detto fuori dagli Spedali civili di Brescia il nonno di Daniele Tortorelli, il bambino per il quale il Tribunale di Matera ha imposto agli Spedali Civili di riprendere le cure con il metodo Stamina. A partecipare al presidio gli avvocati dei malati, il numero due di Stamina Marino Andolina, indagato nell'ambito dell'inchiesta di Torino, e Agostino D'Antuoni, segretario nazionale di "Io Cambio" (lista che ha candidato il fondatore del metodo Stamina, Davide Vannoni, alle prossime elezioni europee, presente in piazza). Ai vertici dell'ospedale è stato chiesto di rispettare le ordinanze dei tribunali e di far proseguire le cure. "Non andiamo via se non ricoverano i cinque pazienti che sono a Brescia oggi" ha detto D'Antuoni che ha rivolto un appello al presidente del Consiglio Matteo Renzi ad intervenire. Andolina si è detto pronto a riprendere le infusioni. "Sono qui per offrire la mia disponibilità a sostituire i colleghi che si sono rifiutati di effettuare le cure. Sono pronto a fare le infusioni ai pazienti. La nostra è una metodologia che funziona ed è certificata. La comunità scientifica che si è dichiarata su Stamina lo ha fatto senza vedere i pazienti". Solidarietà ai camici bianchi dell'ospedale che hanno deciso di attendere le conclusioni della commissione di esperti internazionali chiamata ad esprimersi dal punto di vista scientifico sulla cura, è arrivata dall'ordine dei medici. "Dopo i malati e le famiglie sono le seconde vittime" di quello che l'ordine ha definito un "intricato paradosso".
Intanto la Regione si dice "possibilista" sulla ripresa delle cure. "La sanità lombarda cerca nuovi medici disponibili ad aiutare i malati che vogliono continuare,così come hanno imposto delle sentenza dei Tribunali italiani, le cure con il metodo Stamina. A dirlo Mario Mantovani, assessore alla salute lombarda, a margine della commissione Sanità in Regione. "Noi - ha detto - abbiamo scritto a tutti i dirigenti delle aziende ospedaliere chiedendo se c'è qualche medico disponibile a fare le infusioni e stamattina stiamo facendo questa richiesta, vediamo se qualche medico si renderà disponibile".