Dal 1992 "Cosa nostra" è diventata un'organizzazione mafioso-terroristica, con la realizzazione di stragi, come quelle dei Georgofili a Firenze e di via Palestro a Milano. Lo ha detto il "pentito" di mafia Gaspare Spatuzza, che sta deponendo a Torino nell'ambito del processo di appello al senatore del Pdl Marcello Dell'Utri, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. «Abbiamo fatto attentati che non ci appartenevano», ha ribadito più volte Spatuzza alla corte, nascosto da un paravento bianco, arrivato con il volto coperto da un giubbotto blu e da un cappello con la visiera, circondato da una decina di agenti.Spatuzza ha ricordato i diversi progetti di attentato, anche contro i carabinieri nel fallito attacco allo stadio Olimpico di Roma, per «fare un pò di morti». «Giuseppe Graviano (il boss del suo mandamento mafioso) disse che era bene portarci un pò di morti dietro, così chi si deve muovere si dà una smossa», ha detto ancora il pentito, interrogato dal procuratore generale di Palermo Antonino Gatto.«Abbiamo fatto qualcosa che neanche i talebani finora... oltre all'esplosivo (per l'attentato) avevamo inserito 50 chili di tondini di ferro per cercare di fare più danni possibile», ha aggiunto.Spatuzza ha ricordato che «vigliaccamente i mafiosi avevano gioito delle stragi di Capaci e via D'Amelio», costate la vita ai giudici antimafia Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, ma «Firenze non ci apparteneva, le altre non ci appartenevano».«Nel luglio '93 Graviano, prima degli attentati, ci ha dato cinque lettere da imbucare la sera prima. Per me questa era già un'anomalia. Mi ha fatto capire che c'era qualcosa a che fare con la politica».Spatuzza ha anche affermato che il boss Giuseppe Graviano gli parlò all'inizio del 1994 di Silvio Berlusconi e Marcello Dell'Utri come referenti politici della mafia al tempo delle stragi del 1993.Davanti alla Corte d'appello che deve giudicare dell'Utri - senatore del Pdl, condannato in primo grado a nove anni per concorso esterno in associazione mafiosa - Spatuzza ha riferito che in un incontro avvenuto in un bar in via Veneto a Roma, pochi giorni prima di un fallito attentato nella capitale, Graviano, parlando dei politici con cui avrebbe fatto accordi in relazione alle stragi, c'era «Berlusconi, quello di Canale 5, e un compaesano, Dell'Utri».Le reazioni. Il governo guidato da Silvio Berlusconi è quello che più ha fatto contro la mafia, mettendo a segno risultati importantissimi. Per questo quella che si sta montando nelle ultime settimane è «una assurda macchinazione» nei confronti del Presidente del Consiglio. Avrebbe detto il premier, secondo quanto si apprende da fonti ministeriali, nel corso del Consiglio dei Ministri di oggi, durante il quale comunque non sarebbe stato affrontato il tema della mafia e delle dichiarazioni del pentito Spatuzza.