Caldo torrido e vento forte: una combinazione micidiale che ha contribuito alla propagazione dei roghi che continuano a divorare migliaia di ettari di foreste e macchia mediterranea nel Sud dell’Europa. Il Paese più colpito dagli incendi è la Spagna, dove sono morti sei vigili del fuoco e sono stati distrutti 18mila ettari di bosco dall’inizio della settimana. L’Aragona, nel Nord, è stata ampiamente toccata dal fenomeno e oltre 500 pompieri sono al lavoro per domare le fiamme. L’altro giorno uno di loro è morto mentre era alla guida di un’autopompa precipitata in un burrone. La regione ha chiesto aiuto a Francia e Portogallo. Gio- vedì sera un nuovo focolaio si è sviluppato nel Sud, all’interno della Sierra Cabrera, nella provincia di Almeria, in Andalusia. Nella zona oltre 1500 persone sono state evacuate e alcune attendono ancora di poter rientrare nelle proprie abitazioni. La polizia ha effettuato otto arresti: l’accusa è di aver appiccato alcuni degli incendi. È stato, invece, circoscritto l’incendio scoppiato in Catalogna, probabilmente procato da un fulmine, che ha ucciso cinque vigili del fuoco. Ieri è morto Paul Costa, di 31 anni, rimasto gravemente ustionato nell’incendio di Horta Sant Joan, lo scorso martedì. Costa era stato ricoverato in condizioni “critiche” con ferite ed ustioni di secondo e terzo grado sul 50 per cento del corpo insieme ad un altro collega che si trova tutt’ora ricoverato a Barcellona.È emergenza anche in Francia. La Corsica del Sud continua a bruciare. Tre immensi incendi si sono sviluppati da giovedì nell’isola e solo uno, vicino alla valle di Ortolo, è stato domato ieri mattina. Sono già stati distrutti oltre 4mila ettari di bosco e cinque vigili del fuoco sono rimasti feriti. Il rogo più preoccupante è quello di Peri, vicino ad Ajaccio dove le fiamme continuano a propagarsi. Qui i pompieri sono costretti a portare aiuto casa per casa. Le fiamme minacciano anche l’autostrada da Bastia ad Ajaccio, che è stata interrotta. Ed è stata devastata anche la zona di Sartène, dove sono stati ridotti in cenere circa 2600 ettari. Gli incendi sembrano essere opera di piromani. Nell’isola sono all’opera tredici aerei, di cui sette Canadair. Ai 350 pompieri e 180 militari operativi se ne sono aggiunti altri 200 inviati dal governo centrale. E a Marsiglia un incendio ha bruciato fra martedì e venerdì circa 1300 ettari di campagna intorno alla città. A causare il rogo sono stati i soldati della legione straniera di stanza a Carpiagne che, durante un’esercitazione, hanno tirato razzi traccianti che hanno fatto da miccia. Anche la Grecia è stata colpita, soprattutto nel Sud della penisola del Peloponneso e sull’isola di Evia. Molti i terreni coltivati e le foreste andate in fumo. Infine, nel giro di pochi giorni, otto roghi, ora spenti, si sono sviluppati anche nell’isola di Zante. Mentre il Mediterraneo è devastato dagli incendi, il maltempo flagella l’Europa centrale. Almeno otto persone sono morte e una cinquantina sono rimaste ferite in una serie di nubifragi e violenti temporali che si sono scatenati l’altra notte in Polonia e nella Repubblica ceca. I venti hanno raggiunto i cento chilometri orari scoperchiando case, abbattendo alberi e distruggendo i cavi elettrici. Sono circa 12mila i vigili del fuoco impegnati nelle operazioni di soccorso.