Migranti. Sos Mediterranee, un anno di soccorsi in mare
La nave Aquarius della Ong Sos Mediterranee
Quando Emeka Laska Favour ha emesso il suo primo vagito alle 13,50 dello scorso 11 dicembre, le centinaia di migranti che avevano trovato un posto al sicuro sulla poppa di quella nave arancione hanno cominciato a ballare e cantare pieni di gioia. Perché ancora una volta la vita aveva avuto il sopravvento sulla morte. Emeka adesso ha due mesi e tra qualche settimana sarà battezzato, come vuole sua mamma nigeriana e cristiana: la madrina speciale sarà Valeria Calandra, presidente di Sos Méditerranée Italia, che quel giorno ventoso d’inverno era sulla nave Aquarius, nel mezzo del Canale di Sicilia, per salvare vite umane.
Sono queste le storie custodite nella stiva dei ricordi dei protagonisti dei primi 12mesi di attività di Aquarius, progetto partito nel febbraio 2016 da Palermo e che ieri ha festeggiato il suo primo anno di attività. L’ex guarda-pesca oggi equipaggiata per ospitare fino a 700-800 persone ha portato in salvo in un anno 8.755 persone e accolto a bordo più di 13 mila migranti, considerati anche quelli trasbordati da altre imbarcazioni, per un totale di 64 operazioni di salvataggio.
Nel primi due mesi di quest’anno sono già 1.628 i migranti soccorsi. L’83% dei profughi salvati dalla Aquarius è composto da uomini, il 17% da donne. I minori rappresentano il 24%, percentuale aumentata nel corso dell’anno, e l’84% dei minori non è accompagnato.
Intanto c'è indignazione davanti all’ipotesi avanzata dalla procura di Catania, che, però, non ha aperto ancora alcun fascicolo, sulla possibile collusione con gli scafisti da parte di ong che soccorrono i profughi nel Canale di Sicilia. Valeria Calandra si dice serena: «Accuse assurde. Collaboriamo con le autorità e abbiamo l’obiettivo opposto dei trafficanti. Noi salviamo vite in accordo con la Guardia costiera e seguiamo le loro indicazioni. I nostri finanziamenti al 90% sono libere donazioni di privati».