Caivano. Solo in 200 al corteo del Parco Verde. «Ridiamo questo spazio ai bambini»
Un momento della manifestazione a Caivano per il rispetto delle donne e la legalità
In 200 marciano silenziosamente, sfidando la pioggia battente, dalla chiesa di san Paolo apostolo al luogo degli orrori. Quell’ex centro sportivo alle porte del Parco Verde di Caivano costruito per accogliere i bambini del quartiere e finito nel peggiore degrado. È lì che si sono consumati gli stupri di gruppo subiti da due ragazzine di 10 e 12 anni. È per loro che i comitati cittadini, che hanno organizzato la marcia, sfidano la pioggia.
Tra i 200 manifestanti, ci sono anche i bambini di Caivano. Una di loro tiene stretto il suo cartello. C’è anche un’anziana 85enne residente a Roma. «Ho letto di questa iniziativa – dice – e mi sono detta che non potevo mancare». La marcia si ferma davanti a quel nastro arancione che segnala il sequestro del luogo degli orrori, disposto dalla procura di Napoli Nord.
Alla testa del corteo c’è lui, don Maurizio Patriciello, il parroco che da anni denuncia l’abbandono in cui versa il quartiere, lo spaccio massiccio di droga, l’assenza dei più elementari servizi, e ora è sotto scorta per le minacce ricevute. Tocca a lui rendere noto che sarà giovedì prossimo il giorno in cui la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, si recherà nel Parco Verde.
Alla premier, che annunciando la sua imminente visita al termine del Consiglio dei ministri dell’altro giorno, aveva parlato di "bonifica" e di "garantire sicurezza ai cittadini del Parco Verde", il sacerdote rivolge il suo "grazie per aver accettato l’invito a venire qui e chiede: «Ridate questo spazio ai bambini e mettete le famiglie in condizione di andare avanti».
Secondo don Patriciello, «occorre un esercito di maestri elementari. Il numero degli assistenti sociali deve essere quello che è sulla carta, i servizi sociali devono essere amici, rappresentare un supporto per le famiglie, non fare paura perché portano via i bambini. Mi auguro avvenga quanto accaduto con i carabinieri, oggi vicini alla gente del posto e visti non più in modo ostile – dice – Vogliamo i vigili in strada, le telecamere. Siamo nel cuore di quella che è definita la Terra dei fuochi, dove vengono a sversare rifiuti da ogni dove. È così che i territori diventano ghetti. Chiediamo a Giorgia Meloni ciò che abbiamo già chiesto al presidente Mattarella: normalità».
In marcia col sacerdote ci sono il deputato di Alleanza Verdi-Sinistra Francesco Emilio Borrelli, tra i promotori dell’iniziativa, la vicepresidente del Parlamento europeo Pina Picierno, l’assessore alla Legalità della Regione Campania Mario Morcone. In rappresentanza del governo c’è la sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio, Pina Castiello. «Non c’è più tempo per slogan infruttuosi e belle parole - dice l’esponente del governo -. È l’ora dei fatti concreti e di affermare la legalità e la presenza dello Stato: lo dobbiamo alle troppe vittime che il degrado del Parco Verde ha mietuto in questi anni».
In fondo al corteo c’è l’ex presidente della Camera, Roberto Fico, con una rappresentanza del Movimento 5 Stelle. Nelle ore precedenti alla manifestazione, avevano fatto scalpore le dichiarazioni rilasciate dal presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, che aveva definito il Parco Verde di Caivano «un inferno in terra» e aveva proposto «uno stato d’assedio vero e proprio di tipo militare».
Assedio o non assedio, una cosa è certa: la vicenda degli stupri subiti dalle due ragazzine del Parco Verde hanno riportato le istituzioni a Caivano, chiamate ora alla prova dei fatti.
Dopo aver annunciato che si recherà nel quartiere e che il governo punta a «bonificare l’area», la premier Meloni si è impegnata a «ripristinare e rendere funzionante il prima possibile» anche l’ex centro sportivo “Delphinia”. Don Maurizio Patriciello, nell’ottobre dell’anno scorso lanciò la sua ennesima denuncia sullo stato di degrado in cui versa il Parco Verde proprio attraverso un video girato all’interno dell’ex centro sportivo del quartiere, un tempo dotato di una piscina della quale restano solo macerie. «Sembra una zona di guerra – dice il parroco nel filmato –Prima ci hanno derubato delle nostre terre. Al loro posto fu costruito questo centro enorme. Poi ci hanno derubato anche del centro. Ora c’è solo immondizia».
Il vecchio centro sportivo è definito dal sacerdote «la peggiore discarica a cielo aperto». Lì, in quel luogo di degrado, è stato trovato morto lo scorso luglio un 42enne del Casertano: una delle persone che arrivano al Parco Verde per comprare la droga e bucarsi. La procura di Napoli Nord ha decretato il sequestro della struttura il 24 luglio scorso.