Attualità

SOLIDARIETÂ E SALUTE. Dall'Italia la speranza per i bimbi palestinesi

Paolo Ferrario martedì 16 novembre 2010
Un ponte tra l’Italia e la Palestina per dare una speranza di guarigione a migliaia di malati e disabili, soprattutto bambini, che vivono in una terra dove l’assistenza sanitaria è ancora un miraggio per tante persone. A lanciarlo, sei anni fa, il centro di riabilitazione di Betlemme Basr (Bethlehem Arab Society for Rhabilitation), il cui presidente è il Patriarca Latino di Gerusalemme, Fuad Twal e la ong Cbm Italia, che da più di un secolo opera per sconfiggere le forme evitabili di cecità e di disabilità fisica e mentale nei Paesi in via di sviluppo (Pvs).Tra i frutti principali di questa collaborazione, il gemellaggio, promosso da Cbm Italia, tra il Basr e l’Ospedale Fondazione Macchi di Varese, che ha consentito ai medici palestinesi di partecipare a un programma di formazione in chirurgia endoscopica dei seni paranasali e dell’orecchio, pratica medica finora sconosciuta in Palestina. Proprio per l’impossibilità di farsi curare, (soltanto pochissimi pazienti ottengono, infatti, il permesso di ricoverarsi negli ospedali israeliani), la maggior parte dei malati diventa completamente sorda o ha problemi irreversibili all’udito.Non è andata così, per fortuna, al piccolo Suhaib, 12 anni, che a settembre è stato il primo bambino operato di timpano plastica in tutta la Palestina. L’eccezionale intervento è stato eseguito dal dottor Guglielmo Romano, dell’ospedale Macchi di Varese, proprio nelle strutture del Basr di Betlemme, dove, soltanto nel 2010, sono state curate più di 40mila persone affette da disabilità di vario tipo.Il gemellaggio è importante anche per la formazione dei medici palestinesi, come testimonia il primario Otorino del Basr, dottor Jamil Qumsieh. «Dal 1997 – spiega – non avevo più avuto occasione di aggiornarmi, per questo l’esperienza a fianco dei colleghi di Varese mi è stata estremamente utile».Nello specifico, il progetto, voluto da Cbm nell’ambito di un piano quinquennale di collaborazione con i servizi di Oftalmologia e audiologia del Basr, prevede da un versante periodi di formazione a Betlemme da parte dello staff dell’Ospedale di Varese al personale palestinese, dall’altro periodi di lavoro dei medici del Basr presso l’Ospedale lombardo. Grazie all’esperienza maturata al fianco dei medici italiani, il Basr oggi sta diventando il primo e unico ospedale di tutta la Palestina a trattare alcune patologie - soprattutto dell’orecchio medio ed esterno - che colpiscono ampie percentuali sia di bambini che di adulti. Una notizia promettente se si considera che la maggior parte dei pazienti palestinesi, non avendo la possibilità di spostarsi in Israele, Egitto o Giordania, rischia la sordità o problemi irreversibili al naso in quanto la malattia, se non curata, si cronicizza.Anche alla luce degli importanti risultati ottenuti dall’ospedale palestinese, la Regione Lombardia ha deciso di tributare al Basr la menzione speciale del Premio per la pace, per l’impegno svolto a favore dei disabili in Palestina. Il premio è stato consegnato martedì dal presidente Roberto Formigoni al direttore e vera anima del Basr, dove lavora da più di 40 anni come fisioterapista, Edmund Shehadeh. «Con questo premio – ha commentato Luciano Miotto, direttore di Cbm Italia – la Regione Lombardia ha riconosciuto che l’attività del dottor Shehadeh e dell’Ospedale Basr dona speranza a tanti bambini e adulti che hanno bisogno di cure e trattamenti in una terra inaridita dai conflitti. Oggi il Basr rappresenta un faro non solo per intere famiglie e bambini disabili che, senza l’ospedale, sarebbero abbandonati a loro stessi, ma anche per il personale medico del centro che ha la possibilità di migliorare le proprie competenze e curare così ancora più pazienti».