Attualità

L'ALTRA FACCIA DEL MALTEMPO. La solidarietà non va sotto zero

sabato 11 febbraio 2012
CIOCIARIA, L'AIUTO CHE VINCE di Augusto CinelliC’è chi non fa mai mancare una visita quotidiana alle persone sole, rimaste isolate nelle proprie abitazioni. Chi su un trattore si impegna a non negare una degna sepoltura ai morti, accompagnando le salme al cimitero, spalando la neve per aprirsi un varco. Alcuni hanno attrezzato in parrocchia un dormitorio improvvisato per le famiglie da una settimana senza luce e riscaldamento, altri hanno provveduto a portare aiuti alle case di accoglienza per anziani. Sono davvero tanti gli episodi di solidarietà umana e di assistenza spirituale che vedono protagonisti in queste ore i parroci di molti centri della Ciociaria, da sette giorni ormai sfiancata dall’emergenza neve. Un lavoro discreto e prezioso, quello dei sacerdoti, come pure di tanti loro parrocchiani, cui va il grazie del vescovo di Frosinone-Veroli-Ferentino, Ambrogio Spreafico, che ha chiesto alle parrocchie di non risparmiarsi in generosità verso chi è in difficoltà in questi giorni. Significativo l’impegno dei preti e di molti collaboratori soprattutto in centri come Ferentino, Supino, Patrica, Ripi, Pofi e  Torrice. Qui come altrove, scarponi ai piedi e pale tra le braccia, oltre all’impegno per le urgenze materiali, i sacerdoti hanno assicurato la vicinanza pastorale a malati e anziani con la distribuzione dell’Eucarestia, sia in zone sperdute di campagna sia tra gli stretti vicoli dei paesi colmi di neve. Tanti gli episodi di collaborazione con le autorità locali per far fronte all’isolamento di numerose famiglie, specie nelle località di campagna. La Caritas diocesana, da parte sua, ha coordinato i numerosi interventi di sostegno alla popolazione, creando rete tra le parrocchie, segnalando urgenze e distribuendo viveri nelle zone più colpite. Per fare solo un esempio, un surplus di pane disponibile a Monte San Giovanni Campano è stato inviato alle famiglie di Ripi, duramente provate dalle nevicate di questi giorni. La Curia diocesana, inoltre, ha aperto le porte al coordinamento delle forze armate. I militari, accolti dagli operatori Caritas, da qui ogni giorno si organizzano per il lavoro sulle strade del territorio.Comunità ecclesiale in campo anche nella zona nord della provincia di Frosinone. Il vescovo di Anagni-Alatri, Lorenzo Loppa, ha messo a disposizione della comunità civile i locali del Pontificio Collegio Leoniano di Anagni, seminario regionale del Lazio Sud e delle diocesi suburbicarie, per quanti, ancora senza luce e gas, vogliano lasciare le proprie abitazioni. Nella città dei Papi le suore di Santa Chiara hanno reso abitabili le strutture della scuola primaria da loro gestita per offrire rifugio alle famiglie. IL MONTEFELTRO SOMMERSO COMBATTE di Francesco PartisaniCi sono ancora i cadaveri fermi nella camera mortuaria dell’Ospedale Sacra Famiglia di Novafeltria, perché la nevicata che ha colpito queste zone ha ricoperto sotto due metri di neve anche i cimiteri, irraggiungibili. E l’Hotel Magda ha accolto le prime persone che hanno lasciato le loro case insicure mentre nell’Istituto Einaudi viene approntato un centro con 100 posti letto per accogliere quanti dovranno abbandonare le loro abitazioni e ad oggi sono circa 150 le persone che hanno lasciato la loro casa. È di queste ore la notizia di un cittadino di Maiano di Sant’Agata Feltria assalito e azzannato da un feroce cane randagio che, in cerca di cibo, si era avvicinato al centro abitato. Ma sono segnalati anche avvistamenti in altre zone.Tutta la Valmarecchia è in ginocchio: la precipitazione dei giorni scorsi che ha acceso di nuovo i riflettori su questa terra stretta fra Toscana, Marche e San Marino ha provocato danni gravissimi, senza però piegare la resistenza di queste popolazioni. Ma una nevicata di questo genere non la si ricordava da decenni: 1935, 1954, 1978. Isolate frazioni e borgate, l’industria e il commercio che accusano battute d’arresto; insomma un quadro desolante che giornali e televisioni rilanciano ogni giorno.Pennabilli e Perticara i centri più colpiti: qui la neve ha raggiunto anche i due metri/due metri e mezzo, si lamentano moria di animali in allevamenti, crolli di coperture in laboratori ed esercizi commerciali, traffico paralizzato, agricoltura seriamente compromessa. Ma anche gli altri comuni non stanno molto meglio: San Leo, Casteldelci, S.Agata Feltria, Novafeltria, Talamello, Maiolo, tutti toccati da questa ondata di freddo e gelo che ancora attanaglia la valle. Scuole chiuse da giorni, negozi che faticosamente riaprono e scaffali talvolta senza provviste. Carabinieri, polizia municipale, vigili del fuoco, Protezione civile, corpo forestale, polizia dello Stato sono impegnati giorno e notte, ora anche dall’alto con elicotteri, a monitorare il territorio pronti ad intervenire in continuazione laddove si segnalano criticità: soccorso ad anziani e ammalati isolati, rifornimento di medicinali e viveri e, spesso, evacuazione di abitazioni. La nevicata è stata talmente improvvisa ed intensa da rendere difficile il lavoro dei mezzi di sgombero, che negli ultimi giorni sono venuti anche dal Trentino; in talune zone le strade sono percorribili con grandi difficoltà.Eppure, la gente di quassù si è rimboccata subito le maniche e si è messa al lavoro accanto ai soccorritori per ripulire, tetti, ingressi, marciapiedi, adiacenze ed accessi ai servizi essenziali. A Pennabilli, come in altre località, squadre di volontari, in gran parte composte da giovani, si sono attivate compiendo un lavoro importante. Monsignor Luigi Negri, vescovo di San Marino-Montefeltro, in una sua riflessione pubblica ha scritto, fra l’altro: «È necessario che di fronte a questi eventi ci chiediamo con tanta umiltà ma con tanto realismo: chi siamo? Qual è il senso della nostra vita? Qual è l’origine, il fine del nostro cammino? Qual è il senso di tanta fatica e di tante difficoltà che investono la nostra esistenza e la segnano profondamente come la stanno segnando per migliaia e migliaia di persone in questi tempi? Che Provvidenza sarebbe – continua Mons. Negri – se l’Italia si mettesse veramente in ginocchio, ma non confessando o recriminando sulla propria incapacità o sulla incapacità delle istituzioni e quant’altro. Ma che si mettesse in ginocchio nei confronti di Colui che guida la storia della nostra persona, la storia, la società e il cosmo».Intanto la Valmarecchia è di nuovo investita da una bufera di neve: l’allarme potrebbe interessare tutto questo territorio, già provato, per altre 48-72 ore. Sono prevedibili i danni che andranno a sommarsi a quelli già patiti dalle popolazioni interessate. Ieri sera la nuova precipitazione aveva già raggiunto gli 80 centimetri.MILANO, DONA UN FARMACO A CHI NE HA BISOGNO di Paolo FerrarioL'emergenza freddo sta facendo aumentare la domanda di farmaci di automedicazione per affrontare i malesseri provocati dal maltempo. Con la crisi, però, sono sempre di più le famiglie, non soltanto immigrate ma anche italiane, che si rivolgono ad enti assistenziali perché non hanno la possibilità di acquistare i farmaci necessari. A queste due problematiche cercherà di dare risposta la XII Giornata nazionale di raccolta del farmaco, intitolata “Dona un farmaco a chi ne ha bisogno” e promossa per oggi dalla Fondazione banco farmaceutico. In 3.500 farmacie di 85 province e 1.200 comuni italiani, 10mila volontari spiegheranno ai cittadini l’importanza di acquistare e donare un farmaco ai poveri. Nella stessa giornata l’iniziativa si svolgerà anche in Spagna e Portogallo. Per la maggior parte, i farmaci raccolti saranno distribuiti nelle zone più colpite dall’ondata di maltempo di questi giorni.«Soprattutto in questo momento – spiega il direttore del Banco farmaceutico, Marco Malinverno – donare un farmaco è un gesto di grande umanità e carità. Finora, soltanto a Milano abbiamo distribuito 20mila confezioni di medicinali per fronteggiare l’emergenza freddo. Ma i bisogni sono davvero tanti e non sempre riusciamo a soddisfarli appieno».Lo scorso anno le richieste di farmaci furono 544.849 ma la raccolta riuscì a coprire soltanto il 65% della domanda. Quest’anno l’emergenza è ancora più forte e le richieste sono salite a 617.197. In 11 anni sono stati raccolti dai volontari del Banco farmaceutico, oltre 2,4 milioni di medicinali per un valore di circa 15,4 milioni di euro.«Rispetto alla Colletta alimentare – continua Malinverno – la raccolta dei farmaci è molto più faticosa, perché tra la gente non è forse ancora passata l’idea che anche le medicine si possono donare. E invece, soprattutto con questa emergenza freddo, i bisogni sono davvero tanti e in continuo aumento».Secondo l’Istat sono 8 milioni e 272mila gli italiani che vivono ai limiti di sussistenza. Tutti i giorni sono invece oltre 450mila i poveri assistiti dai 1.390 enti caritatevoli convenzionati con il Banco farmaceutico.«Anche dall’ultimo rapporto Censis – conclude Malinverno – emerge come la società italiana stia vivendo un momento drammatico, di grave crisi economica ma non solo. Una crisi che tocca tutti, poveri e ricchi, e che sembra minare alla radice le ragioni per cui vale la pena continuare a sperare e a costruire: ci si sente sempre più isolati e soli di fronte ai bisogni della vita».