Il progetto. Lavorare, camminando: lo “Smart walking” di Davide sulla Via delle sorelle
Smart Walking, Davide Fiz in cammino sulla Via delle Sorelle
“La mattina si cammina, il pomeriggio si lavora. Così la settimana lavorativa sarà una settimana di cammino, che sia il cammino a battermi il tempo e che il lavoro arrivi quando, e dove, si fermano i piedi”. Smart workink? No, “Smart walking”. Lavorare, camminando. È il progetto lanciato nel 2022 da Davide Fiz, 47 anni, sales manager, laurea in Economia all’Università di Pisa (con una tesi sulla conservazione e lo sviluppo sostenibile nei parchi) e nomade digitale. Nel suo primo anno, ha percorso 20 cammini, uno per ogni regione italiana, coniugando trekking e lavoro nei borghi attraversati. A questi si sono aggiunti molti altri percorsi tra il 2023 e il 2024. L’ultimo è quello intrapreso questa settimana lungo la Via delle Sorelle, l'itinerario che unisce le ex Capitali della cultura, Brescia e Bergamo (nato su iniziativa dei due Comuni e delle Province, in collaborazione con Visit Bergamo, Visit Brescia e altre associazioni locali) attraversando oltre trenta centri delle colline delle due province, con soste, oltre ai due capoluoghi, nei comuni di Gussago, Provaglio d’Iseo, Sarnico, Bagnatica, Scanzorosciate e Olera di Alzano Lombardo. Visitando luoghi iconici e scoprendo nuove perle, Davide ha incontrato la gente che vive e lavora sul territorio, per imparare a conoscerlo appieno.
Smart Walking, Davide Fiz in cammino sulla Via delle Sorelle - D.Fiz
Lo spirito del cammino, lavorando, secondo la missione di “Smart walking”: “Promuovere il lavoro remoto in contesti di viaggio, offrendo a professionisti digitali la possibilità di conciliare la passione per i viaggi lenti con l’esigenza di lavorare. L'essenza del progetto – spiega Davide – è riappropriarsi del proprio tempo e della qualità di vita, senza dover rinunciare alle passioni. L’obiettivo è farle convivere armoniosamente con il lavoro, grazie all’uso della tecnologia. Il cammino, in questo contesto, diventa non solo un itinerario di viaggio, ma anche una porta d’accesso per i nomadi digitali, che possono vivere come abitanti temporanei e scoprire piccoli borghi dove il valore risiede nel senso di comunità, nella qualità del tempo e nella profondità delle relazioni”.
Smart Walking, Davide Fiz in cammino sulla Via delle Sorelle - D.Fiz
Anche la Via delle Sorelle, inaugurata nel 2023, si sta affermando come itinerario verde di richiamo, percorsa già da oltre 1.200 persone dall’Italia e dall’estero. Il cammino, nei suoi 130 chilometri, esplora luoghi meno noti, antiche vie, tradizioni, prodotti locali e l'arte, offrendo un'esperienza completa. Durante il suo andare, Davide ha organizzato le sue giornate come sempre: alzarsi presto per sfruttare le ore di luce e le temperature più sostenibili, programmando tappe di massimo cinque ore di trekking per raggiungere la destinazione in tempo per il pranzo, rinfrescarsi e dedicarsi al lavoro nel pomeriggio. Un progetto quello di Smart Walking sulla Via delle Sorelle, promosso dall’Associazione Slow Ride Italy che ha ideato e coordina La Via delle Sorelle grazie ai fondi del Bando Cultura 2024 di Regione Lombardia. “Poter coniugare la bellezza dei panorami, dell’arte e della cultura dei territori al proprio dovere lavorativo – commenta Francesca Caruso, assessore regionale alla Cultura - è sicuramente un obiettivo ambizioso ma anche un’opportunità di scoperta e ri-scoperta. I nostri Cammini divengono ogni anno dei luoghi da esplorare rendendo la Lombardia sempre di più crocevia di numerosi percorsi nel panorama nazionale. Il “passo lento” dona la splendida e unica opportunità di conoscere la Via delle Sorelle, scoprendo antiche vie, prodotti locali ma anche le innumerevoli tradizioni delle nostre realtà, in un connubio unico tra cultura, passione e piacere”.
Il nomade digitale Davide Fiz in uno degli itinerari percorsi in questi anni - D.Fiz
Quello che possiamo chiamare “Smart walking for smart working” nasce da lontano, prima che la pandemia aprisse nuovi scenari e modalità di lavoro, ma esploso dopo, dentro un ciclone personale di Davide: “Uno di quei momenti in cui comincia a cambiare tutto come la marea e allora tanto vale prendere un remo e cominciare a remare. A maggio del 2021 si era chiusa una relazione di cinque anni che da Livorno mi aveva portato in Sicilia: nell’arco di 48 ore mi sono ritrovato sul primo aereo disponibile per Pisa, spedendomi dietro gli scatoloni che mi riassumevano. Tornato in Toscana, con la mia vita che aveva deciso di mettersi a correre da un momento all’altro, ho pensato di muovermi anch’io. Ho riassunto gli scatoloni in uno zaino e mi sono messo in cammino, sul Cammino Primitivo che da Oviedo porta a Santiago di Compostela. Non era il mio primo cammino, e nemmeno il secondo, ma camminare mentre la tua vita corre non è come fare trekking nel fine settimana. Mi sono rinnamorato della lentezza del cammino, degli incontri che permette, di come quell’andare senza tempo. Mi sono riabituato ad accorgermi delle stagioni, della pioggia, di cosa porto sulla schiena e di cosa avrei potuto non portare, banalità che vengono perse facilmente dietro al finestrino di un’auto". Quando torna a casa, Davide aveva ancora nei piedi "quella lentezza, quell’andare dolce più per l’andare che per la meta". "Un’amica che non vedevo da tanto - continua - mi ha contattato a fine estate, chiedendomi di fare insieme un cammino in Umbria di una settimana. Dovevo lavorare, non potevo prendere la settimana di ferie, ma mentre pensavo di rifiutare avevo già il corpo attivato per preparare lo zaino e le gambe che scalpitavano. Stavo dicendo 'non so nuotare' mentre mi infilavo il costume, con le gambe che già andavano come i bambini quando li tieni a pelo dell’acqua. ‘Dai, vengo - le ho detto. Non so come, ci penserò in corsa'. Lavoro in smart working da dieci anni, cammino da ancora di più… farò smart working dal cammino. È solo una settimana, mi dico. Mentre camminavo al mattino e lavoravo al pomeriggio dall’ostello, la piazza, il prato dove eravamo arrivati, con i piedi felici e il cuore dondolante, mi sono accorto che potevo farcela: era possibile. Era proprio possibile”.
Da allora Davide lavora e cammina. Nomade digitale, come tanti, ormai, che - soprattutto dopo la pandemia - scelgono di lavorare in giro per il mondo. In maniera solitaria o condivisa. In forme più o meno estreme e temporanee. Senza casa, senza ufficio. Storie diverse, animate forse dallo stesso desiderio di libertà e di scoperta di sé e del mondo.