«Gli interessi della criminalità organizzata nella gestione delle slot sono rilevantissimi: le indagini della Guardia di finanza hanno messo in luce casi di vera e propria "imposizione" dell’installazione di macchinette in locali commerciali da parte dei clan, sfruttando la forza intimidatrice mafiosa; esecuzione di estorsioni; riciclaggio di denaro "sporco" e intestazione fittizia di beni; produzione e commercializzazione di apparecchi con schede elettroniche illegalmente modificate al solo scopo di occultare le giocate e truffare i giocatori».Il campionario fornito dalle fiamme gialle non è un catalogo di rassicurazioni.Il gioco legale fa gola. Lo conferma il bilancio delle attività di contrasto messe a segno nel 2013 dalla Guardia di finanza, che fornisce un’analisi accurata di come vadano le cose dentro "Bisca Italia". L’anno scorso sono stati effettuati oltre novemila interventi nel settore, scoprendo violazioni in 3.500 casi a carico di 10mila persone e rilevando scommesse non assoggettate ad imposta per 123 milioni di euro. Vuol dire che oltre un terzo dei controlli ha confermato che una qualche illegalità è stata commessa. Un campione considerato «rappresentativo» dell’intera filiera. A rimetterci sono lo Stato e gli stessi giocatori.Nonostante i concessionari ribadiscano che il giro d’affari su cui fare i calcoli sia di circa 18 miliardi di euro (che per effetto delle vincite usate dai giocatori per tornare a scommettere fa salire il volume fino a sfiorare i 90 miliardi annui), proprio dalla Guardia di finanza viene ribadito che «il comparto del "gioco amministrato" rappresenta il 4% del Pil italiano, con un giro d’affari registrato, nel 2012, pari a circa 90 miliardi di euro ed entrate erariali attestate su oltre 8 miliardi di euro». Un’affermazione che non piacerà ai gestori, ma secondo i vertici delle Fiamme gialle «bisogna per forza tenere conto del volume complessivo perché è quello dentro al quale si annida, per esempio, il riciclaggio da parte della criminalità infiltrata nel sistema legale».Contro queste minacce la risposta della Guardia di Finanza è di prim’ordine. Per il controllo delle slot-machine collegate alla rete telematica gestita dallo Stato è stata realizzata una nuova banca dati, a disposizione di tutte le unità operative, con lo scopo di individuare i soggetti sospettati di reati fiscali e altri illeciti. Si tratta del cosiddetto "Cid a rischio" che sta per "Congegni da intrattenimento e divertimento a rischio". Il sistema consente il monitoraggio on line di anomalie nell’utilizzo delle slot, «sintomatiche del ricorso – spiegano un dossier delle Fiamme gialle – a sistemi fraudolenti di occultamento dell’effettiva raccolta degli apparecchi». Nel dettaglio, l’applicativo, sulla base dell’analisi della raccolta media giornaliera delle slot rispetto all’area territoriale di riferimento «individua eventuali apparecchi che registrano scostamenti importanti verso i quali indirizzare i controlli». Un’altra arma disposizione degli inquirenti è il temibile "Scaams", il "Sistema di controllo dell’Agenzia dei Monopoli di Stato", un software installato su computer portatili dei finanzieri che consente, attraverso la lettura della scheda di gioco prelevata dai singoli apparecchi, di rilevare gli incassi e le giocate che, pur essendo state effettuate dagli apparecchi, non sono state "registrate" dalla rete telematica gestita dai concessionari. Nel settore delle scommesse i fenomeni illeciti maggiormente diffusi sono risultati l’abusiva raccolta mediante agenzie clandestine, anche per conto di allibratori esteri privi di autorizzazione, nonché per mezzo di "Centri Trasmissione Dati" non autorizzati.