POLITICA ECONOMICA. PA, slitta il pacchetto Se ne riparla lunedì
Un rinvio di 72 ore per «approfondire». Slitta a lunedì l’approvazione (prevista ieri) del "pacchetto Pubblica amministrazione" sulla stabilizzazione dei precari e sui tagli alla spesa pubblica. Ma il governo cerca di fornire ampie rassicurazioni: «L’accordo tecnico e politico sul contenuto è stato raggiunto», sostiene il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Filippo Patroni Griffi. Secondo la versione ufficiale fornita dall’esecutivo, dunque, il clima politico rovente di queste settimane successive alla sentenza Mediaset e le divergenze interne alla maggioranza sulla questione Imu non hanno influito sulla decisione di posticipare. Semmai, lo spettro di una crisi di governo avrà sottratto del tempo alla valutazione delle priorità. «L’approfondimento si è reso necessario per distribuire queste norme tra dl e ddl – specifica Patroni Griffi –, in modo da concentrare le misure più urgenti nel decreto legge e di affidare a un più approfondito dibattito parlamentare gli interventi contenuti nel disegno di legge». La scelta di posticipare a dopo il weekend viene accolta favorevolmente anche dal presidente dei deputati del Pdl, Renato Brunetta, che parla di «un segnale corretto» nel segno della condivisione dei contenuti da parte delle forze politiche.Le parole di Brunetta sono lo specchio di una squadra di governo che prova ad accantonare, almeno per qualche ora, gli scontri strettamente politici per concentrarsi sulle questioni operative. «La situazione è quella che è, ma il clima nel Cdm era buono», racconta Enrico Letta ai suoi più stretti collaboratori, seguendo la linea già anticipata al capo dello Stato due giorni fa e, ancora prima, al vicepremier Angelino Alfano. La strategia del presidente del Consiglio resta la stessa: rimanere concentrati sulle misure per essere determinanti nell’andare avanti. Conferme, in questo senso, arrivano anche dallo staff del premier: «Più ci concentriamo sui dossier economici e maggiori saranno i benefici per il Paese – continua a ripetere Letta –. Se invece ci fossilizziamo sul caso Berlusconi rischiamo di impantanarci». E sui contenuti relativi al "pacchetto P.A.", in linea di massima, l’accordo c’è. Ma il provvedimento è particolarmente corposo: vi rientrano le norme sulla stabilizzazione dei precari, l’ulteriore taglio alle spese per consulenze e auto blu, il blocco del turn over e la gestione degli esuberi. Difficile, dunque, arrivare a un’intesa su tutto. Ecco perché il rinvio non è stato proprio un fulmine a ciel sereno.Il destino del provvedimento sembrava incerto già nei giorni scorsi, i tecnici lo hanno limato più volte (inizialmente era previsto un testo unico in forma di decreto legge) e le frizioni non sono mancate, tra l’altro, sulla questione dei precari. A cui si è aggiunto un ulteriore ostacolo, emerso nelle ultime ore: quello dell’Agenzia della coesione territoriale, struttura pensata per coordinare la gestione dei fondi europei che per il nuovo ciclo 2014-2020 ammontano a circa 30 miliardi di euro. Perplessità sul ruolo dell’ente sarebbero state espresse in particolare dal Pdl, anche se si sarebbe deciso di mantenerla comunque. «L’atteggiamento assunto dal Popolo della libertà sull’Agenzia è inspiegabile – confidano alcune fonti governative –. Sono le stesse Regioni che ci hanno chiesto di intervenire e il ministero non possiede gli strumenti necessari». La sensazione, comunque, è quella che entro lunedì queste «piccole schermaglie» verranno superate. I tecnici del governo proveranno a trovare una soluzione a stretto giro. E nel decreto rientreranno gli interventi più urgenti, ovvero quelli che riguardano «i precari, le auto blu e le consulenze».Come conferma Patroni Griffi, le misure inserite «riguardano anche un meccanismo importante di stretta sul fenomeno della cosiddetta flessibilità in entrata nelle pubbliche amministrazioni» per evitare che si accumulino contratti a tempo determinato come avvenuto negli ultimi anni, specie in settori particolarmente delicati quali «la Sanità e i servizi socio assistenziali». In arrivo, comunque, le norme salva-precari – con la riserva del 50% dei posti a concorso per chi ha avuto un contratto di lavoro a termine per tre anni negli ultimi cinque – fino al 2015. Sul piede di guerra i sindacati, che sostengono come in questo modo si metterebbe al riparo solo un terzo dei 150mila dipendenti a tempo. La Uil esprime «grande preoccupazione» per una decisione che «genera molte ansie tra migliaia di lavoratori dei settori pubblici a rischio licenziamento».A meno di stravolgimenti del fine settimana nel pacchetto che verrà esaminato lunedì resteranno alcuni interventi per risolvere «il problema della tracciabilità dei rifiuti» e dovrebbe essere confermata anche l’assunzione di mille Vigili del fuoco per la prevenzione degli incendi.Intanto, però, ieri almeno un via libera c’è stato. Il Consiglio dei ministri ha autorizzato il titolare del dicastero dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza, ad assumere per l’anno scolastico 2013-14 a tempo indeterminato, 672 dirigenti scolastici e 11.268 unità tra personale docente e amministrativo.