Attualità

CONTI CHE NON TORNANO. Siena scossa Polemiche e ora il lutto

Nello Scavo venerdì 8 marzo 2013
La morte di David Rossi, a capo della comunicazione di Mps sia in epoca Mussari sia sotto la nuova gestione di Alessandro Profumo ha avuto l’effetto di imprimere all’inchiesta sulla passata governance della terza banca italiana tutta la drammaticità di una vicenda che non smette di riservare brutte sorprese. Gli inquirenti hanno sequestrato il telefonino, il computer e altro materiale riconducibile a Rossi, che non era indagato, il quale prima di lanciarsi nel vuoto aveva ricevuto una lunga e misteriosa telefonata. Gli investigatori sanno chi c’era dall’altra parte della cornetta. Ma sul nome il riserbo è massimo. «Se ieri eravamo determinati, oggi lo siamo di più, anche se scossi», ha detto il presidente di Banca Mps, Alessandro Profumo, riferendosi alla situazione dell’Istituto dopo la morte di Rossi. «È importante per tutti noi – ha aggiunto – dire che la vita continua, che dobbiamo mantenere, anche se non è facile, una forte capacità di focalizzazione sulle cose che dobbiamo fare». Ieri il primo commento della Banca è apparso su Facebook, dove il profilo del Monte è stato listato a lutto. Poi, a fine mattinata il comunicato ufficiale del presidente Profumo e dell’ad Viola. Poche righe per chiedere "il silenzio" in segno di rispetto e ricordare che i nuovi vertici lo avevano riconfermato in quel posto anche dopo il loro arrivo. «Abbiamo voluto ribadire con forza che David aveva tutta la nostra fiducia», ha spiegato in serata Fabrizio Viola. Quanto ai tempi e alle probabilitá di buon esito dell’azione legale intentata da Banca Mps contro i suoi ex amministratori, «oggi non ci possiamo esprimere ma siamo fiduciosi, l’azione è istruita su basi solide», ha concluso Viola.«Le coscienze dei senesi sono scosse, la città è preoccupata. Lo era già, ora lo è ancora di piu». Al prefetto Renato Saccone bastano poche parole per raccontare di quel disorientamento che sta facendo sentire Siena proprio come uno di quei "cavalli scossi", che corrono il Palio senza fantino. La notizia del suicidio di David Rossi, responsabile comunicazione di Banca Mps, mai indagato, ma perquisito recentemente dalla Guardia di finanza, ha gettato sconforto e riacceso polemiche. «Credo che il compito nostro, di chi ha responsabilità pubbliche – ha esortato il prefetto – sia di ritrovare coesione, di far capire che non esistono capri espiatori, che nessuno si deve sentire solo e che si devono affrontare le questioni superando le divisioni». Non sarà facile in una città dove pettegolezzi e maldicenza possono pesare più di un avviso di garanzia. Non sarà facile dentro a una comunità che si credeva impermeabile ai venti contrari, e nella quale adesso è difficile trovare un solo ente pubblico che non sia a un passo dal tracollo economico e politico. Il Comune, l’Università, l’Asl, perfino le contrade sono in cerca di quel foraggio che una volta arrivava dai forzieri di "Babbo Monte". La situazione finanziaria del Comune si è rivelata peggiore delle peggiori previsioni: il buco nel bilancio si aggira intorno ai 17 milioni. Una volta ci sarebbe stato poco da preoccuparsi. In dieci anni la fondazione Mps ha infatti erogato al Municipio 287 milioni, ma nel rubinetto non c’è rimasta che qualche goccia. Al commissario straordinario che amministra il municipio non restano che poche ore per scongiurare la dichiarazione di dissesto finanziario. In altre parole, due anni ancora di amministrazione straordinaria ed elezioni comunali, previste per maggio, rimandate al 2015. Il nuovo corso di Mps ha fatto sentire i senesi come quei fantini che sul terriccio di Piazza del Campo ci lasciano le costole. «I legami con Siena sono importanti, ma devono essere come le radici: dare solidità, non diventare limitazioni», è l’accusa che Fabrizio Viola, nuovo amministratore delegato di Montepaschi, rivolge al modo con cui fino a un anno fa si gestivano le opache vicende sulla collina delle 17 contrade. Al Monte hanno cominciato «a rimettere le cose a posto», visto che con il tempo «si erano sedimentati – sono parole che Viola ripete dentro e fuori Rocca Salimbeni – anche legami non del tutto virtuosi». Un esempio? «Abbiamo chiuso la sponsorizzazione con la squadra di calcio perché non c’era alcuna proporzione tra la spesa e il ritorno per la banca». E questo è niente. Provate a immaginare Siena senza il Palio. Non accadrà, ma l’incubo tormenta le notti dei contradaioli. Perché anche la "carriera" intorno al perimetro di Piazza del Campo quest’anno potrebbe essere disputata in tono minore. I "risanatori" di Mps hanno tagliato anche lì: riducendo da 15mila euro a soli 3.500 il contributo annualmente versato per ognuna delle contrade. La politica, da queste parti, ha pressoché avuto un solo colore, ma la bandiera del Pd alle ultime elezioni si è sbiadita, con un crollo del 20% alla Camera e del 14 al Senato. In Comune, del resto, la giunta guidata da Adriano Ceccuzzi aveva fatto la fine di quei cavalieri buttati giù alla curva di San Martino. Dopo le prime voci su un buco a nove zeri, sette consiglieri del Pd hanno disarcionato Ceccuzzi, che poi ha vinto le primarie ma è stato ancora una volta silurato dopo l’inchiesta sul crac del pastificio Amato. Il partito, intanto, gli aveva tolto di torno i bastian contrari (6 vicini all’ex Margherita e uno alla Cgil), sospesi per due anni. Neanche l’Università è al riparo dai guai. Il rettore Angelo Riccaboni, annunciando nei giorni scorsi l’approvazione del bilancio di previsione, ha parlato di «percorso della trasparenza e della buona amministrazione». Ma il collegio dei revisori dei conti lo ha gelato implorando il ministero dell’Istruzione di definire «i criteri per il dissesto finanziario», in modo da poter «assoggettare l’Ateneo a tale procedura», cioè al commissariamento, «prima che la situazione economica, finanziaria e patrimoniale degeneri ulteriormente». Dall’aritmetica i tre revisori contabili non hanno ricevuto nessun conforto. Cesare Lamberti, Massimiliano Bardani e Laura Pedron nella loro relazione fanno notare che ai 6 milioni di perdita preventivati, bisognerebbe aggiungere 7,3 milioni di «squilibrio del conto degli investimenti», oltre alla «quota di competenza dei mutui». Calcolatrice alla mano fanno 19,5 milioni. Numeri come mai se ne erano visti negli otto secoli della benemerita istituzione senese. Il dissesto, stando ai revisori, è a un passo visto che le disgrazie di bilancio preconizzate per il 2013 aggraveranno «una situazione amministrativa già deteriorata, che vede un disavanzo d’amministrazione presunto, al 31 dicembre 2012, di 46.666.796 euro». Neanche all’azienda sanitaria i libri contabili godono di buona sorte. «Il disavanzo 2011 dell’Asl 7 di Siena corrisponde a 10,5 milioni di euro», ha spiegato l’assessore regionale Gianni Salvadori, che ha scaricato la colpa sul dirigente dell’ufficio ragioneria. Se il deficit fosse stato conosciuto «prima delle assegnazioni definitive alle Asl – ha insistito Salvadori – sarebbe stato immediatamente coperto poiché l’Azienda 7 avrebbe avuto diritto ad ulteriori 24 milioni». Ciò non toglie che anche qui i conti fossero andati in rosso fisso. Una costante, nella vita pubblica recente della città che perfino nello stradario rende omaggio ai massoni e ai loro intrighi, a quel patetico mito della "senesità", di quel "groviglio armonioso" che in realtà si traduce in «un sistema di potere – riassume l’editore David Cantagalli –, fondato sulle clientele, sui silenzi compiacenti, su comunicazioni non veritiere». Cantagalli, che a Siena passa per essere l’editore del Papa (le sue edizioni hanno pubblicato fra l’altro molti libri di Joseph Ratzinger e l’ultimo del cardinale Angelo Bagnasco), appartiene alla ristretta schiera di quanti si sono tenuti fuori dal "Sistema Siena". «Credo di non avere neanche un conto presso il Monte dei Paschi», scandisce infischiandosene di chi considererebbe il suo come un oltraggio. «Questa città ha vissuto di rendita – ragiona Cantagalli –. Tutto gira intorno a "Babbo Monte", che dà lavoro, e attraverso la Fondazione ripianava debiti, finanziava le associazioni, condizionava la vita politica e quella economica». Con il risultato che Siena è stata come addomesticata. «Nessuno spazio per nuove idee imprenditoriali, anche il turismo appare senza slancio. La creatività è stata schiacciata – lamenta l’editore –. E la crisi dell’universo Montepaschi sta mettendo a nudo questa realtà».