L’onda lunga del caso Lazio si allarga a macchia d’olio. Indagini in Sicilia, ma anche in Campania, mentre le opposizioni, in Lombardia, vanno all’attacco di Roberto Formigoni.La procura di Palermo vuole vederci chiaro sulla gestione dei fondi dei gruppi parlamentari dell’Assemblea regionale e ha aperto un fascicolo. Si scava nelle spese dei gruppi negli ultimi anni. Solo un’indagine conoscitiva, per il momento, in base al cosiddetto «modello 45»: registro degli atti non costituenti notizie di reato. Negli ultimi giorni alcuni esponenti politici avevano chiesto che venisse reso noto come sono stati spesi i fondi riservati del presidente della Regione e del presidente dell’Assemblea regionale siciliana, ma quest’inchiesta verte solo sui fondi dei gruppi Ars. Fondi piuttosto cospicui: quest’anno nelle mani dei partiti dell’assemblea sono transitati 12,65 milioni di euro, con un taglio di oltre un milione rispetto al 2011 (13,7 milioni di euro). L’impresa non sarà semplice visto che lo statuto siciliano prevede delle limitazioni all’accesso ad alcuni documenti dell’assemblea. L’ex capogruppo del Pdl all’Ars, Innocenzo Leontini, ora passato al Pid, assicura che in Sicilia non c’è un altro caso Fiorito. «I soldi assegnati al gruppo del Pdl sono stati spesi per finalità relative alle attività del gruppo», assicura, senza indicare però le cifre. Gli altri gruppi, mentre si è in piena campagna elettorale per il rinnovo dell’Assemblea siciliana, restano in silenzio. «Musumeci, Miccichè e Crocetta hanno perso l’occasione per fare chiarezza su quei bilanci – dice il candidato governatore Claudio Fava sostenuto da Sel, Idv e Federazione della sinistra –, quella chiarezza che adesso giustamente pretendono i magistrati».E il Pd punta ad aprire un caso Lombardia. Il segretario regionale Maurizio Martina assicura che le dimissioni sue e del gruppo sono a disposizione sin da subito per mandare a casa «il Consiglio dei 12 indagati» e ottenere le elezioni anticipate. Idv aderisce all’iniziativa e consegna a sua volta la disponibilità dei consiglieri nelle mani del Pd. E, intanto, anche Sel si prepara a farsi sentire. Ma la maggioranza di centrodestra risponde che si va avanti, perché «la Lombardia non è il Lazio». Proprio ieri Formigoni ha incontrato a lungo l’alleato segretario leghista Roberto Maroni, con il quale ha convenuto che la tabella di marcia nella «virtuosa Lombardia» non cambia. Prudente l’Udc tace, ma la maggioranza è intenzionata a tenere duro. Oltre alla verifica da parte della Corte dei Conti, verrà chiesta anche la certificazione da parte di una società di revisione esterna. Ma sulla Lombardia una voce in contro-tendenza, nel Pdl, è quella di Daniela Santanché: «Formigoni? Bravissimo presidente di Regione, forse sotto il profilo etico ha commesso qualche leggerezza. Nei suoi panni mi sarei già dimessa. Credo che un passo indietro dovrebbe farlo».E in Campania le indagini della Guardia di Finanza di Napoli si stanno concentrando sugli eventì culturali e mediatici patrocinati dal Consiglio regionale. Interrogati ieri alcuni dirigenti dell’ufficio Ragioneria. L’inchiesta viene condotta dal pm Giancarlo Novelli e coordinata dal procuratore aggiunto Francesco Greco. Da registrare la replica della presidenza dell’assemblea regionale: «Il bilancio del Consiglio regionale della Campania è passato dagli 86 milioni e 54mila del 2010 ai 69 milioni e 951mila del 2011 al netto dei tagli intervenuti con il Governo Caldoro», afferma in una nota. «Per l’anno in corso – si aggiunge – sono stati destinati al bilancio del Consiglio regionale 72 milioni di euro; l’obiettivo è di restare sotto la soglia dei 70 milioni. Il Consiglio regionale della Campania costa ai contribuenti campani mediamente 12 euro pro capite».