Il servizio civile riparte. Dopo aver toccato il fondo nel 2013 – l’anno 'nero' senza bando e solo 896 ragazzi avviati – il 2015 sarà la prima tappa per arrivare al traguardo del servizio civile universale. «Lunedì prossimo 16 marzo, se non ci saranno intoppi burocratici uscirà il bando nazionale per 36mila ragazzi». L’annuncio del sottosegretario Luigi Bobba arriva al seminario organizzato dal Tesc, il Tavolo ecclesiale sul servizio civile. Il bando da 36.186 posti sarà integrato da altri, ministeriali e regionali, per un totale nel 2015 di 48.608, primo scalino per salire fino ai 100mila promessi per il 2017. Non è casuale la scelta del 12 marzo per l’appuntamento promosso dalla Caritas assieme a una quindicina di enti e associazioni ecclesiali. San Massimiliano di Tebessa, martire della Chiesa di Cartagine, il 12 marzo del 295 pagò con la vita 21 anni il suo rifiuto di arruolarsi nell’esercito romano: «Non posso prestare il servizio militare – si legge negli atti del martirio – non posso fare del male, sono cristiano ». Un santo che negli anni scorsi gli obiettori di coscienza, ai tempi della leva obbligatoria, hanno naturalmente scelto come protettore. «È innegabile che il servizio civile stia vivendo una nuova stagione – dice il direttore della Caritas don Francesco Soddu – ma che affonda le radici in qualcosa che non è mai morto», la non violenza e la difesa non armata della Patria. «La prospettiva di un servizio universale per 100mila ci entusiasma – aggiunge don Soddu – ma ci pone non pochi interrogativi. Le promesse non possono non essere mantenute, i giovani non vanno delusi». Giovani che nutrono grandi aspettative. Alessandro Rosina, docente della Cattolica di Milano, snocciola i dati del Rapporto Giovani promosso dal-l’Istituto Giuseppe Toniolo. Il 91% dei giovani italiani considera infatti il volontariato un’esperienza formativa importante e per questo valuta positivamente il Servizio civile universale. Non solo: l’80,4% si dichiara «molto» o «abbastanza» d’accordo sul fatto che per tutti sia utile un’esperienza di impegno civico. Anche, si noti, in modo del tutto gratuito (senza cioè il compenso di 433 euro mensili previsto oggi per il servizio civiledi). «In Italia – dice il professor Rosina – c’è un’ampia domanda di partecipazione sociale dei giovani che non ha finora trovato adeguati strumenti di valorizzazione». Il potenziale per un servizio da 100mila c’è tutto, insomma. Il sottosegretario al Lavoro e Welfare Luigi Bobba ne è cosciente: «Se coinvolgessimo in modo stabile 100mila giovani – sostiene – e cioè un quinto di una generazione, avremmo un grande vivaio civico di persone disposte a legarsi al reticolo solidaristico che è caratteristico del nostro paese». Marco Tarquinio, direttore di
Avvenire cita Aldo Moro: «Questo Paese non si salverà se non nascerà una nuova stagione dei doveri». «Trent’anni dopo Moro – ragiona Tarquinio – abbiamo cancellato, con motivazioni pur serie, il servizio obbligatorio, che instillava nei giovani il senso di cittadinanza. Che questo Rapporto ci dica che solo il 6,5% dei giovani non è interessato a un’esperienza di servizio e che la remunerazione sia all’ultimo posto tra le motivazioni dimostra miracolosamente che c’è tanta 'stoffa buona'». Allora «è tempo di offrire un servizio universale ai giovani, oggi che gli italiani hanno radici diverse e non tutti hanno respirato i valori della Costituzione. Con uno strumento che associa diritti e doveri». Concorda sulla necessità di dare stabilità ai numeri anche Donata Lenzi, relatrice in commissione Affari sociali della Camera del disegno di legge sul Terzo settore, al cui interno c’è la riforma per un servizio civile universale. «I 50mila giovani sono un grosso investimento. Ora va stabilizzato, perché altrimenti non si crea una cultura del servizio civile».
© RIPRODUZIONE RISERVATA