Attualità

PROTESTA. Servizio civile, giovani contro il rinvio

Luca Liverani sabato 21 gennaio 2012
Cesce il disagio di volontari ed enti, dopo lo stop all’avvio dei volontari in servizio civile per la sentenza di Milano che, aprendo agli stranieri, ha ordinato di rifare le selezioni. L’Ufficio nazionale per il servizio civile ha bloccato due giorni fa la partenza di 10.481 giovani già selezionati. Ora un gruppo di volontari scrive al ministro dell’Integrazione Andrea Riccardi, che ha la delega in materia: non è giusto bloccarci così - dicono - abbiamo rinunciato a occasioni di lavoro e gli enti contavano su di noi. La protesta dei giovani cresce su Facebbok e sui blog. E le associazioni che hanno presentato il ricorso del pakistano – "Associazione studi giuridici sull’immigrazione" e "Avvocati per niente onlus" –  chiedono di non bloccare questo bando, a patto che nel prossimo si inseriscano anche i non cittadini italiani. Al ministero stanno cercando una soluzione: difficile la via di un bando aperto agli stranieri in mancanza di una modifica alla legge. Mentre il ritiro del ricorso riaprirebbe i giochi. Tutto è nato con la sentenza del 9 gennaio del tribunale del lavoro di Milano. Il giudice ha accolto il ricorso di un giovane pakistano sentitosi discriminato: Syed, 26enne, da anni in Italia, voleva fare il servizio civile, ma tra le condizioni la legge pone la cittadinanza italiana. Il giudice gli ha dato ragione, l’Ufficio nazionale ha dovuto bloccare tutto in attesa di rifare le selezioni. E ora monta la protesta. Un gruppo di volontari, sul piede di partenza, scrive al ministro Riccardi, dichiarando di farlo a nome di tutti i 10.481: «La situazione ha dell’assurdo, volontari ed enti stanno vivendo il più assoluto disorientamento, amareggiati per essere stati bloccati a un passo dall’avvio dei loro progetti, seppur solidali col ragazzo pakistano. Non riteniamo giusto – scrivono – che 18mila persone non possano svolgere il loro servizio nei tempi previsti, anche dopo aver rinunciato ad altre possibilità di lavoro». E parlano dei «danni materiali e morali che dovremmo affrontare» e che «ricadrebbero anche su chi, spesso bisognoso, usufruisce di questi servizi». E aggiungono: «Buon senso vorrebbe che i nuovi criteri per l’accesso agli stranieri venissero inseriti dal prossimo anno», altrimenti «si rischierebbe di perdere completamente quest’anno di servizio civile».