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Le dimissioni. Intelligence, Elisabetta Belloni lascia in anticipo

Vincenzo R. Spagnolo lunedì 6 gennaio 2025

Le dimissioni avranno valore dal prossimo 15 gennaio, ma la decisione di fare un passo indietro era già nell’aria da qualche tempo. Tanto che alcuni suoi collaboratori più stretti negli uffici del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, che l’ambasciatrice Elisabetta Belloni dirigeva dal 2021, già iniziavano a prepararsi al momento del commiato. Solo che, in piazza Dante, si ipotizzava che sarebbe potuto avvenire nell’imminenza del prossimo mese di maggio, quando il mandato quadriennale di direzione sarebbe scaduto e una riconferma di pari durata (stanti i 66 anni di età già compiuti dalla diplomatica) non sarebbe stata possibile. Invece, nello scorso mese di dicembre, qualche ragione di carattere personale deve aver indotto Belloni a non attendere la primavera e a comunicare agli amici e a una ristretta cerchia di persone la volontà di rassegnare già da gennaio le dimissioni.

La comunicazione riservata e i rapporti con Palazzo Chigi

La diplomatica ne avrebbe informato, due giorni prima di Natale, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il sottosegretario Alfredo Mantovano, Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica (ieri peraltro in audizione dal Copasir). Con l’interfaccia di Palazzo Chigi, riferiscono varie fonti ad Avvenire, i rapporti sono sempre stati collaborativi, cordiali e di stima reciproca. Nessun attrito evidente, dunque, fermo restando il fatto che l’approccio caratteriale sia differente e che, fa notare una fonte, su alcuni dossier i punti di vista non siano sempre stati coincidenti. Qualche peso, sulla decisione di Belloni di prendere una pausa di respiro in una carriera sempre a spron battuto (è stata la prima donna a organizzare il lavoro delle feluche della Farnesina e la prima “direttrice” dello stesso Dis), potrebbe averlo avuto anche la volontà di sfilarsi da una scena che l’ha vista in questi anni, come “super-tecnica”, più volte tirata in ballo per ruoli d’alto profilo, compresa la presidenza della Repubblica nel 2022 e, da ultimo, il dicastero per il Pnrr, poi affidato a Tommaso Foti. Sia come sia, la notizia sarebbe stata tenuta “coperta” da Palazzo Chigi per un paio di settimane per avere più tempo per individuare un possibile successore, in una fase di gestione di situazioni delicate, a partire dalla detenzione in Iran della giornalista Cecilia Sala.

«Non ho altri incarichi, lascio e basta»

Ieri, però, le indiscrezioni circolate dopo un’anticipazione di Repubblica hanno trovato conferma da parte della diretta interessata: «Ho maturato questa decisione da tempo, ma non ho altri incarichi. Al momento non c’è nulla, lascio e basta. Abbandono il posto di direttore del Dis il 15 gennaio», ha dichiarato, interpellata dal Corriere della Sera. Non è tuttavia da escludere che, in un prossimo futuro, per l’ambasciatrice si apra qualche posizione in un organismo sovranazionale.

L'ipotesi di una futura chiamata da Bruxelles

Conosciuta e stimata all’estero per le doti di efficienza, di raffinata arte diplomatica e di capacità relazionale con le cancellerie internazionali (nel suo lungo cursus honorum spicca il recente incarico, nel marzo 2024, di sherpa della Presidenza del consiglio per il G7 e il G20), Belloni ha molti estimatori in quel di Bruxelles. E c’è chi continua a non escludere che - come avvenuto per un’altra personalità italiana, l’ex premier e governatore della Bce Mario Draghi, a cui nel 2023 è stato chiesto di redigere il Rapporto sulla competitività dell’Unione - la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen possa in un prossimo futuro invitarla a ricoprire un incarico di alto profilo sul fronte della diplomazia continentale.

Il successore nel prossimo Cdm: rosa quasi tutta al maschile

Di certo, sul tavolo dell’esecutivo resta ora il nodo della sua successione, che potrebbe essere sciolto nel prossimo Consiglio dei ministri, forse già mercoledì. Fra i candidati, circolano i nomi degli attuali direttori delle agenzie Aisi e Aise, Bruno Valensise e Gianni Caravelli, e degli attuali vice del Dis, Giuseppe Del Deo e Alessanra Guidi, ma anche quelli del generale Francesco Paolo Figliuolo, neo vice direttore dell’Aise, e di Andrea De Gennaro, comandante della Guardia di Finanza e fratello del superpoliziotto Gianni, che ha guidato il medesimo comparto fra il 2008 e il 2012. Stando ai “si dice”, dunque, una rosa quasi tutta al maschile. In ogni caso, il nome finale uscirà dal consulto fra i leader della maggioranza e Palazzo Chigi, non senza il riservato ma importante avallo del Quirinale.