Attualità

ISTAT. Separati, brutte sorprese Ora hanno i capelli grigi

Lucia Bellaspiga venerdì 8 luglio 2011
Separazioni e divorzi in aumento anche nel 2009, e questa è la brutta notizia. Ma se l’incremento delle prime rispetto all’anno precedente è del 2.1%, la crescita dei divorzi è "solo" dello 0.2%: un segno più molto contenuto rispetto a quanto era stato rilevato ad esempio tra il 2007 e il 2008...  Sono alcune delle realtà emerse dal rapporto Istat su separazioni e divorzi in Italia nel 2009, diffuso ieri dall’istituto di statistica. Un dossier che sottolinea e conferma una tendenza particolare: sono in forte aumento le separazioni dopo i 60 anni. Rispetto al 1995, quelle sopraggiunte dal 25esimo anno di matrimonio in poi sono più che raddoppiate (mentre quelle al di sotto dei cinque anni di unione sono aumentate solo di 3mila casi). Questo fa sì che in termini relativi sia cresciuta molto la quota delle separazioni riferite ai matrimoni di lunga durata (dall’11% al 16% circa) e diminuita invece quella delle unioni interrotte entro i 5 anni di matrimonio (dal 24% del 1995 al 18% circa del 2009).Se dunque in tempi lontani il matrimonio era "a rischio" tutt’al più quando la coppia era ancora giovane e, superata la soglia almeno del "settimo anno", si poteva tirare un sospiro di sollievo, la tendenza più recente dice il contrario: nel 2000 i mariti ultrasessantenni che si separavano erano poco più di 4mila, mentre nel 2009 sono raddoppiati a 8mila; e non va meglio alle mogli over 60, passate da 2milacinquecento nel 2000 a oltre 5mila dieci anni dopo. Le coppie che si dicono addio in età matura rappresentano così quasi il 10% del totale.L’instabilità coniugale è in generale un fenomeno in costante crescita (in 15 anni, dal 1995 al 2009, il numero dei divorzi è raddoppiato e le separazioni sono aumentate addirittura del 64%). E se l’età media in cui si pone fine all’unione coniugale è salita a 45 anni per gli uomini e 41 per le mogli nelle separazioni, 47 e 43 in caso di divorzio, tale innalzamento va letto alla luce di due fatti: l’aumento - come si è detto - delle separazioni nella terza età, e la drastica diminuzione di separazioni sotto i 30 anni, in gran parte effetto soltanto della posticipazione delle nozze (ci si sposa sempre più spesso dopo i 30 anni). In termini assoluti, nel 2009 le separazioni hanno sfiorato gli 86mila casi, mentre i divorzi sono leggermente saliti, a quota 54.456. Significa che su mille matrimoni le separazioni totali salgono a 297 da 286 che erano l’anno prima, mentre i divorzi aumentano a 181 da 179 dell’anno precedente. Dati che, letti in confronto con quelli del 1995, quando le separazioni su mille matrimoni erano 158 e i divorzi appena 80, preoccupano non poco. Purtroppo in metà delle separazioni e in un terzo dei divorzi è coinvolto un figlio minore e nel 12% dei casi i figli vengono affidati esclusivamente alla madre, contro un 86% di affidi condivisi tra entrambi i genitori.La situazione, poi, varia molto a seconda delle regioni e il picco dei matrimoni più a rischio si registra nel Lazio: oltre 400 separazioni su mille matrimoni. Situazione grigia anche nel Nord-Ovest, dove nel 1995 soltanto in Valle d’Aosta si registravano più di 300 separazioni per mille matrimoni, mentre nel 2009 eccetto il Veneto tutte le regioni superano ormai quella soglia. Per il Centro, in forte aumento sono le separazioni in Umbria (solo 89 su mille matrimoni nel 1995, per arrivare a 290 su mille nel 2009). La coppia e la famiglia tengono di più, invece, nel Sud, dove si registrano meno di 200 separazioni in Calabria, Campania e Basilicata. In definitiva la vita matrimoniale dura sempre meno. Tra i matrimoni celebrati nel 2000, dopo soli 5 anni ne sopravvivevano 942 su mille: lo stesso livello che nel 1990 riguardava i matrimoni di almeno 7 anni, e di 16 anni nel 1972.