Attualità

Le foto della baraccopoli a Roma lungo il Tevere. Solitudine e povertà: così si vive in strada

Ilaria Solaini giovedì 21 aprile 2016
Teloni di plastica sdrucita, assi di legna, griglie arrugginite, televisori malconci, cassette per la frutta, pentoloni di rame. Una collezione di vecchi oggetti diventati «mattoni» e «quotidianità» per chi vive in strada e ha bisogno di costruirsi un riparo. Le foto raccontano di angolo di Roma, il quartiere Prati, un grido lontano da Piazza di Spagna, dal Colosseo e da tutte le altre parti della capitale italiana affollata da turisti da tutto il mondo. 

Aumentano i senza dimora in Italia: secondo l'Istat, Istituto Nazionale di Statistica in Italia, più di 50.000 persone hanno utilizzato un servizio di mensa o ricovero notturno per almeno una notte nel mese di novembre e dicembre 2014. La più alta percentuale di persone senza fissa dimora si trova nel Nord-ovest e rappresenta il 38 per cento del totale. Il 24 per cento vive nella capitale economica d'Italia, Milano, seguita da Roma dove vive il 15 per cento dei clochard.

A Roma, come a Milano, Torino e nelle altre grandi città del Nord le persone si ritrovano a vivere in strada per molte ragioni. C'è chi ha perso il lavoro, chi ha un divorzio alle spalle, chi è rimasto senza familiari e aiuti. E ancora c'è chi è sprovvisto del permesso di soggiorno.

«Questa è la vita», dice Gerard, 60 anni, proveniente dai Paesi Bassi, i suoi occhi azzurri scintillanti sono pieni di tristezza. Non è il solo a dormire su un vecchio materasso in un tunnel pedonale sotto il Tevere. C'è Victor che ha 46 anni, è originario della Romania e racconta di essere stato costretto a vivere in strada, dopo aver perso il proprio lavoro come muratore. Vassily, anche lui è rumeno, racconta che non è più in grado di lavorare a causa di problemi con la schiena.

Qualunque siano le storie alle loro spalle, è il futuro per queste persone che vivono in strada a essere tutt'altro che certo e dignitoso.