Stop al bicameralismo perfetto, un
Senato con meno poteri legislativi e composto da 95 senatori
eletti dai Consigli regionali ma con legittimazione popolare. Un nuovo federalismo, con abolizione delle materie di competenza
concorrente tra Stato e Regioni e alcune competenze strategiche
riportate in capo allo Stato. Sono i pilastri della riforma
costituzionale.
La riforma modifica e completa quella del Titolo V del marzo
del 2001, che ha introdotto il federalismo.
CAMERA Sarà l'unica Assemblea legislativa e anche l'unica a
votare la fiducia al governo. I deputati rimangono 630 e
verranno eletti a suffragio universale, come oggi.
SENATO Continuerà a chiamarsi Senato della Repubblica, ma
sarà composto da 95 eletti dai Consigli Regionali (21 sindci e
74 consiglieri-senatori), più cinque nominati dal Capo dello
Stato che resteranno in carica per 7 anni. Avrà competenza
legislativa piena solo su riforme costituzionali e leggi
costituzionali. Potrà chiedere alla Camera la modifica delle
leggi ordinarie, ma Montecitorio non sarà tenuta a dar seguito
alla richiesta. Su una serie di leggi che riguardano il rapporto
tra Stato e Regioni, la Camera potrà non tener conto delle
richieste del Senato solo respingendole a maggioranza assoluta.
LEGITTIMAZIONE POPOLARE È la novità introdotta in Senato su
richiesta della minoranza Pd. Saranno i cittadini, al momento di
eleggere i Consigli Regionali a indicare quali consiglieri
saranno anche senatori. I Consigli ratificheranno la scelta.
SENATORI-CONSIGLIERI I 95 senatori saranno ripartiti tra le
Regioni in base al loro peso demografico. I Consigli Regionali
eleggeranno con metodo proporzionale i senatori tra i propri
componenti; uno per ciascuna Regione dovrà essere un sindaco.
IMMUNITÀ: I nuovi senatori godranno delle stesse tutele dei
deputati. Non potranno essere arrestati o sottoposti a
intercettazione senza l'autorizzazione del Senato.
TITOLO V Sono riportate in capo allo Stato alcune competenze
come energia, infrastrutture strategiche e sistema nazionale di
protezione civile. Su proposta del governo, la Camera potrà
approvare leggi nei campi di competenza delle Regioni, "quando
lo richieda la tutela dell'unità giuridica o economica della
Repubblica, ovvero la tutela dell'interesse nazionale".
VOTO IN DATA CERTA I regolamenti parlamentari dovranno
indicare un tempo certo per il voto dei ddl del governo; vengono
introdotti altri limiti al governo sui decreti legge.
PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA Lo eleggeranno i 630 deputati e i
100 senatori (via i rappresentanti delle Regioni previsti oggi).
Per i primi tre scrutini occorrono i due terzi dei componenti,
poi dal quarto si scende ai tre quinti; dal settimo scrutinio
sarà sufficiente la maggioranza dei tre quinti dei votanti
(oggi il quorum è più basso, maggioranza assoluta degli aventi
diritto dalla quarta votazione in poi).
CORTE COSTITUZIONALE Cinque dei 15 giudici Costituzionali
saranno eletti dal Parlamento: 3 dalla Camera e 2 dal Senato.
REFERENDUM Introdotto un quorum minore per i referendum sui
quali sono state raccolte 800.000 firme anzichè 500.000: per
renderlo valido dovranno votare la metà degli elettori delle
ultime elezioni politiche, anzichè la metà degli iscritti alle
liste elettorali.
DDL DI
INIZIATIVA POPOLARE Salgono da 50.000 a 150.000 le
firme necessarie per presentare un ddl di iniziativa popolare.
Però i regolamenti della Camera dovranno indicare tempi precisi
di esame, clausola che oggi non esiste.
LEGGE ELETTORALE Introdotto il ricorso preventivo sulle
leggi elettorali alla Corte Costituzionale su richiesta di un
quarto dei componenti della Camera. Tra le norme transitorie
c'è anche la possibilità di ricorso preventivo già in questa
legislatura, quindi l'Italicum, se fosse approvato, potrebbe
finire subito davanti alla Corte Costituzionale.
PROVINCE Vengono cancellate dalla Costituzione, atto
necessario per abrogarle definitivamente.
CNEL Abrogato il Consiglio nazionale economia e Lavoro,
organo costituzionale secondo la Carta del 1948.