Salta l'incardinamento in Senato dei disegni di legge sul fine vita, per l'assenza del governo, la cui presenza è necessaria nell'attività parlamentare.I senatori delle Commissioni Giustizia e Affari sociali, dove oggi i ddl avrebbero dovuti essere solo illustrati, hanno ricevuto una comunicazione con la sconvocazione della seduta, motivata proprio con per l'assenza del governo. «Siamo contrariati - ha reagito subito Alfredo Bazoli, capogruppo Pd in commissione Giustizia e firmatario di uno dei testi in discussione - è evidente che c'è un problema politico, dato che per incardinare un provvedimento basta un qualsiasi sottosegretario». Sollecitazioni erano arrivate, anche di recente, dalla Corte Costituzionale, le Commissioni Giustizia e Sanità di Palazzo Madama erano quindi state convocate in seduta congiunta, per esaminare i quattro testi presentati dalle opposizioni in materia di suicidio assistito. Non avendo ottenuto risposte dal governo l'opposizione aveva fatto ricorso a una norma regolamentare del Senato che obbliga a inserire nel calendario dei lavori i provvedimenti sottoscritti da almeno un terzo dei senatori. Tutti i senatori del centrosinistra firmatari di progetti di legge avevano deciso di coordinarsi proprio per sollecitare l’approdo in aula. Oltre a quello di Bazoli, infatti, ce n'è un altro del Pd, firmato da Dario Parrini; uno di Avs, presentato dal capogruppo Peppe De Cristofaro e uno del M5S, a prima firma Elisa Pirro. i due relatori di maggioranza, Pierantonio Zanettin (FI) e Ignazio Zullo (FdI), avrebbero dovuto cercare la quadra per arrivare a un testo unificato da portare in Assemblea. «Anche il presidente della Consulta Augusto Barbera – ha ricordato Bazoli - aveva sollecitato il legislatore a intervenire su un tema "tanto importante"».E ora il capogruppo del Pd in Commissione in una nota congiunta con Sandra Zampa, capogruppo dem in commissione Affari sociali, giudica «sorprendente e inspiegabile che, a pochi minuti dall'inizio della seduta, siano state sconvocate le commissioni riunite per l'esame della legge sul fine vita. La motivazione, una improvvisa indisponibilità del governo, non è accettabile, perché si trattava di incardinare il provvedimento, di fare le relazioni introduttive e stabilire un calendario dei lavori, per il che bastava un sottosegretario privo di delega specifica. Ci auguriamo si tratti di un rinvio a brevissimo, perché non sarebbe accettabile un atteggiamento ostruzionistico da parte della maggioranza su un tema così importante sul quale il Parlamento è in grave ritardo».Di «vuoto legislativo che è diventato una voragine dopo la sentenza della Corte Costituzionale del 2019» parla il il capogruppo dell'Alleanza Verdi e Sinistra Peppe De Cristofaro. E l'assenza del governo, sostiene, «è grave e rischia di affossare un dibattito su una legge più che mai necessaria». Dal governo, invece, al momento, nessun commento.