Riforme. Riforma del Senato, ok in Commissione
Al termine di una girandola di riunioni, contatti e incontri, si trova l'accordo, Forza Italia acconsente a modificare il testo dell'emendamento, che prevede ora confermata la composizione di Palazzo Madama con 95 senatori rappresentativi delle istituzioni territoriali più 5 senatori nominati dal presidente della Repubblica. Ma i Consigli regionali però "eleggono con metodo proporzionale i senatori fra i propri componenti e, nella misura di uno per ciascuno, fra i sindaci dei comuni dei rispettivi territori". In sostanza, i seggi vengono assegnati "con un criterio rigidamente proporzionale" ma tenendo conto dei voti espressi dai cittadini oltre che dalla composizione dei consigli regionali. Si rinvia inoltre a una legge ordinaria la modalità di elezione e di attribuzione dei seggi senatoriali e si introduce una norma transitoria, valida solo per la prima applicazione della legge, che introduce una lista bloccata di candidati, formata da consiglieri regionali e sindaci. E mentre le opposizioni, Sel e 5 Stelle in testa, già annunciano battaglia in Aula, i riflettori restano puntati sui 'dissidentì del Pd e di Forza Italia. Entrambe le due forze politiche si riuniranno martedì: la mattina presto dovrebbero vedersi i senatori dem, mentre nel primo pomeriggio sarà la volta degli azzurri, il secondo round dell'assemblea congiunta di deputati e senatori alla presenza di Silvio Berlusconi. Giovedì 22 frondisti azzurri hanno chiesto un rinvio dell'incardinamento del ddl in Aula. Per il capogruppo Romani - che ha presieduto una riunione del gruppo, dove Denis Verdini ha spiegato che bisogna rispettare il patto e gli accordi presi, parlando anche separatamente con alcuni malpancisti - la "fronda" interna si è ridotta e tutto il gruppo seguirà le indicazioni del partito. Ma uno dei più strenui oppositori al ddl, Augusto Minzolini - unico di FI a votare contro in commissione - garantisce che i frondisti sono compatti: "E chi lo dice che siamo diminuiti? Siamo anche più di quelli che hanno firmato la lettera". Toccherà a Berlusconi martedì - sempre che l'assemblea congiunta dei gruppi si tenga davvero - portare i malpancisti a più miti consigli.L'argomento è, almeno sulla carta, 'convincente': chi voterà contro la riforma del Senato esprimerà un voto contro di me.