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Analisi. Ecco perché il caso Fanpage-Gioventù Nazionale può rafforzare Meloni

Matteo Marcelli mercoledì 3 luglio 2024

L’uno due assestato da Fanpage con la doppia inchiesta su Gioventù nazionale, piuttosto che danneggiare la premier, sembra aver addirittura consolidato la sua posizione. E certo non perché il repulisti annunciato da Meloni nella lettera inviata ieri ai vertici di FdI cancellerà la nostalgia delle nuove leve o dei big emergenti. Il saluto gladiatorio sfoggiato da Nicola Procaccini, europarlamentare e uomo di fiducia della presidente del Consiglio, resta lì dov’è, sotto gli occhi di tutti. E non è pensabile che l’intera struttura di reclutamento giovanile venga epurata da qualunque riferimento al fascismo o che di colpo spariranno i ritiri in stile campo hobbit assieme ai canti goliardici di stampo squadrista. Nessuno è tanto ingenuo da crederci.

I numeri, però, non mentono quasi mai e, stando alle ultime rilevazioni di Youtrend, anche dopo la pubblicazione dell’inchiesta su Gn il gradimento di FdI ha segnato un aumento di quasi mezzo rispetto al voto per le Europee (ora sarebbe al 29,2%). Mentre la fiducia nella premier è cresciuta di 3 punti, arrivando al 35%, seconda solo a quella del presidente della Repubblica. Soprattutto, quanto avvenuto ha dato a Meloni la possibilità di esprimersi senza alcun fraintendimento sulle posizioni manifestate dai suoi giovani militanti e di ribadire ancora un a volta che «in FdI non c’è spazio per posizioni razziste o antisemite, per i nostalgici dei totalitarismi del 900 o per qualsiasi manifestazione di stupido folklore».

Una presa di posizione anche più dura delle precedenti, almeno nella forma. E se anche nelle sezioni del partito si continuerà a nascondere libri che inneggiano al ventennio e a sfoderare atteggiamenti di esplicito consenso al regime, questo non cambierà la percezione dei molti elettori che lo hanno votato.

Non è il (legittimo) giornalismo undercover a far guadagnare consenso agli avversari politici della premier. Se davvero l’opposizione vuole sperare di scalfire il predominio di FdI, come dimostra il voto delle amministrative, sarà meglio puntare su un’alleanza strutturata e su temi concreti. Possibilmente percepiti come urgenti dall’elettorato migrato a destra negli ultimi dieci anni. Le opzioni non mancano: lavoro, lotta alle disuguaglianze, difesa del welfare, pace, potere di acquisto delle famiglie, incentivi alla natalità. Il messaggio è chiaro: continuare ad agitare lo spauracchio del fascismo sotto l’egida di una nuova resistenza non porta voti, semmai li fa perdere.