Le associazioni. «Se fossimo noi ad affogare?». Appello contro l'indifferenza
L’interno dell’hotspot di Messina 'Bisconte'. Con l’ordinanza di Musumeci verrebbe chiuso
«E se fossimo noi ad affogare?». Inizia così la lettera aperta pubblicata ieri da Nigrizia, Libera, Centro Astalli, Comboniani e decine di altre associazioni umanitarie. Una domanda che interroga le coscienze e punta il dito sulle responsabilità italiane ed europee per le morti dei migranti nel Mediterraneo.
Nella missiva si fa riferimento agli ultimi, tragici naufragi davanti alle coste libiche. A cominciare da quello avvenuto la notte tra il 14 e il 15 agosto, che ha coinvolto un gommone con a bordo 81 persone. Un dramma che ha spinto il mondo dell’associazionismo «a gridare tutta la propria indignazione» e a «esigere un cambio di rotta dell’Italia e dell’Europa, complici delle stragi, di fronte agli ennesimi crimini di omissione di soccorso!», come si legge nel testo.
«Subito dopo quella strage, – ricordano le associazioni – in meno di una settimana ne sono avvenute altre tre: il bilancio totale è di 100 morti e altre 160 persone sparite! Non posiamo restare a guardare e a contare senza muoverci!». «È gravissimo che sia proprio l’Italia a finanziare la guardia costiera libica – prosegue la lettera –. Il governo italiano continua nei fatti le politiche di respingimento dei migranti violando il diritto internazionale che prevede l’obbligo di accoglienza dei profughi che scappano da guerre e da violazioni di diritti umani. Inoltre l’Italia tiene ancora bloccate nei porti ben quattro navi che potrebbero salvare altri migranti. “Le vostre mani grondano sangue” tuonava il profeta Isaia ai capi del popolo ebreo responsabili dei crimini contro i più indifesi».
Poi il richiamo alle parole del Pontefice: «Noi diciamo basta! Con papa Francesco, che domenica scorsa nell’Angelus ha detto con emozione che Dio ci chiederà conto di tutte le vittime dei viaggi della speranza, abbiamo a cuore la vita di questi fratelli e sorelle in pericolo e sentiamo più che mai il dovere di muoverci per evitare la prossima strage!»
Ma c’è spazio anche per una critica alle recenti decisioni prese dal governatore della Regione Sicilia, Nello Musumeci, con l’ordinanza per la chiusura degli hotspot e la fine dell’accoglienza: «Siamo molto indignati riguardo le esternazioni del governatore che usa i migranti per scopi elettorali». Infine l’invito a partecipare a una protesta pacifica, che comprende un giorno di digiuno contro l’indifferenza (domani) e l’adesione alla campagna di sensibilizzazione attraverso l’invio, lo stesso giorno, di una foto sui social con il proprio volto e un cartello con scritto #esefossimonoiadaffogare? Adessobasta!