La ricerca. Scuola, presidi sempre più stressati
Presidi sempre più sotto pressione e stressati
Sono preoccupati per la propria salute, sono sottoposti ad elevati livelli di stress e denunciano un'ingerenza del lavoro nella loro vita privata sempre più pressante. È dura la vita del preside in Italia. La conferma arriva dai dati di una ricerca sullo Stress lavoro correlato (Slc) presentata dall'Associazione nazionale presidi, realizzata intervistando 1.798 dirigenti scolastici di scuola statale. L’indagine, coordinata dalla professoressa Caterina Fiorilli, ordinario di Psicologia dello sviluppo e dell’educazione all’Università Lumsa di Roma, segue un’analoga ricerca promossa dall’Anp, con la medesima docente, nel 2018.
Il primo dato che emerge è relativo alla mole di lavoro in capo ai presidi. Ben l'85% del campione ritiene, infatti, che il proprio lavoro sia «distribuito in modo irregolare, tanto da accumularsi» e l'82% non ha «tempo per completare» tutte le mansioni in capo al dirigente. Più della metà (51%), risponde «moltissimo» alla domanda “Lavora a un ritmo molto elevato durante il giorno?” e il 38,4% risponde «molto» e l'82,4% deve «sempre» tenere sotto controllo molte cose mentre lavora. E ancora. Il 55,2% deve prendere «spesso» decisioni difficili e il 35,5% deve prenderle «sempre». Una situazione che all'11,3% dei presidi causa «sempre» disagio emotivo, mentre al 43% lo causa «spesso» e al 39,7% «a volte». La stragrande maggioranza ritiene che il lavoro del preside sia emotivamente impegnativo. Il 40,8% pensa che sia «moltissimo» così, il 45% «molto» e il 13,5% «abbastanza». In aggiunta, il dirigente è messo nella condizione di nascondere questo disagio. Alla domanda “Il suo lavoro le richiede di mascherare le sue emozioni?”, il 23,9% risponde «moltissimo», il 39,9% «molto» e il 31,5% «abbastanza». E anche quando è oggetto di attacchi o di comportamenti maleducati e violenti (casi, purtroppo, sempre più frequenti), il preside deve restare «gentile e aperto». È così «moltissimo» per il 45,6% del campione, «molto» per il 41,1% e abbastanza per il 12%.
A soffrire questa condizione sono, soprattutto le donne (che, tra l'altro, rappresentano il 73% del campione) e la situazione più faticosa, per quasi il 90% di loro, è tenere sotto controllo molte cose mentre lavora e prendere decisioni difficili.
In questo contesto già di per sé molto stressante, un ulteriore fattore di fatica è rappresentato da un non sempre preciso e puntuale rapporto con l'Amministrazione scolastica. Alla domanda “Riceve dall'amministrazione tutte le informazioni di cui ha bisogno per lavorare bene?”, quasi un preside su cinque (il 17,6%) risponde «pochissimo», il 53% «poco» e il 27,5% «abbastanza» Soltanto il 2% dei presidi riceve «molto» le informazioni necessarie per lavorare e lo 0,2% «moltissimo». Inoltre, per il 29,1% l'amministrazione avvisa «pochissimo» con un ragionevole anticipo circa programmi o cambiamenti futuri e per il 52,2% lo fa «poco», mentre lo fa «abbastanza» per il 17,5%. Ma non finisce qui. Il 18% dei presidi del campione ritiene che il proprio lavoro sia «pochissimo» riconosciuto e apprezzato dall'amministrazione scolastica, il 43,7% risponde «poco» e il 32,5% «abbastanza». Appena il 5,6% dei dirigenti scolastici ritiene che il proprio lavoro sia «molto» apprezzato dall'amministrazione centrale e lo 0,3% «moltissimo». Di conseguenza, il 16,8% si sente «pochissimo» rispettato dall'amministrazione, il 39% «poco» e il 36,9% «abbastanza».
Tutto ciò ha ripercussioni importanti sulla salute dei presidi, che, rispetto a una soglia d'allarme di 75 punti, totalizzano una media di 80,08 punti per quanto riguarda l'influenza del lavoro sulla vita privata. Così, rispetto a un valore medio intorno ai 20 punti, i presidi italiani fanno segnare 58,74 punti per lo stress, 54,9 per i problemi del sonno, 66,37 per il rischio burnout e 35,52 punti per i sintomi depressivi. Rispetto alla rilevazione del 2018, il rischio bornout, in particolare, è aumentato di altri tre punti.
«La complessità e le responsabilità connesse alla professione del dirigente scolastico continuino a crescere, aumentando di conseguenza i fattori di rischio per la salute», commenta il presidente dell'Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli. Che ha presentato al Ministero dell'Istruzione e del Merito la richiesta di «avviare al più presto il necessario confronto». «La ricerca e la denuncia della situazione non bastano - prosegue Giannelli -. Per questo l’Anp promuove da tempo iniziative per dare evidenza alle condizioni di lavoro nella scuola, che incidono sull’efficacia e sulla qualità dei risultati del dirigente. I dati ci spingono ancora una volta a chiedere con fermezza all’Amministrazione di occuparsi della problematica così come normativamente previsto».