"Allo stato, non c'è alcuna comunicazione ufficiale di uno sciopero finalizzato a bloccare gli scrutini, ma, anzi, assisto ad incoraggianti segnali di disponibilità e di dialogo sia da parte del governo, che da parte dei Sindacati più responsabili. Questo è il tempo della responsabilità. E' necessario trovare un punto di convergenza per evitare che le proteste assumano forme eclatanti, con azioni illegittime che danneggerebbero soprattutto gli studenti e le loro famiglie". Lo afferma in una nota Roberto Alesse, presidente dell'Autorità di garanzia per gli scioperi, riferendosi al blocco degli scrutini annunciato dagli insegnanti contro il ddl Scuola all'esame della Camera. "La concertazione resta, anche in questo caso, la via maestra per evitare strappi - prosegue - che lacererebbero il tessuto sociale del Paese. Noi faremo la nostra parte, assicurando il rispetto rigoroso della legge sul diritto di sciopero a tutela degli utenti. Al riguardo, spero davvero che il ricorso allo strumento della precettazione - conclude il garante - resti solo un'opzione teorica, perché, in caso di blocco degli scrutini, sarebbe la via obbligata e doverosa per evitare la paralisi dei cicli conclusivi dei percorsi scolastici (esami di terza media, maturità, abilitazioni professionali)".
Oggi si è svolta la
discussione alla Camera in vista del voto finale sulla riforma, di mercoledì prossimo.
"Il nostro obiettivo è ricostruire la
normalità che decenni di scelte mancate hanno fatto scomparire e
cioè che chi lavora nella scuola sia scelto in base al
fabbisogno e selezionato attraverso un concorso pubblico". Lo ha
detto, intervenendo in Aula, il ministro dell'
Istruzione, Stefania Giannini, facendo un parallelismo con il
Jobs Act con il quale, allo stesso modo - ha spiegato - si è
deciso che la normalità del mondo del lavoro doveva tornare a
essere il contratto a tempo indeterminato. Merito, uguaglianza, valutazione,
formazione costante, sono i cardini - ha sottolineato il
ministro - del progetto educativo che sta "dietro l'etichetta
Buona scuola". Un progetto educativo che può essere condiviso o
no, condiviso solo in parte, contestato, ma - ha assicurato
Stefania Giannini - c'è".
Il ministro si è quindi soffermata su uno degli aspetti del
ddl che più ha acceso il dibattito in queste settimana, la
valutazione. "Può essere migliorata, ma peggio della valutazione
- ha detto - c'è solo la non valutazione ed è quello che non
possiamo più tollerare. Questa parola che era un pò un tabù
vorremo che diventasse un punto di svolta di una cultura che
dalla scuola si diffonde alla società. E valutazione - ha
ribadito il ministro - non significa fare una lista di bravi e
di cattivi, magari su una lavagna, ma capire quali sono i punti
di forza dell'individuo e della collettività' e quali sono,
invece, i punti di debolezza per poter intervenire e produrre un
miglioramento costante. E questo principio di valutazione serve
a rimuovere ostacoli che impedicono l'uguaglianza". Il contro-video degli studenti. "Ciao Matteo, siamo contenti che tu sia
contento che finalmente la scuola sia al centro del dibattito del
Paese. Di certo però non è merito tuo e del tuo governo". Inizia così
la replica - ironica - degli studenti alla 'video-lezione' del premier
sulla riforma della scuola.
"Renzi si arroga il merito di aver aperto il dibattito nel Paese sulla
scuola. In realtà è proprio lui e il suo Governo ad aver tentato di
silenziarlo, manganellando gli studenti, sgomberando le scuole in
occupazione o tacciando gli studenti e i professori di quadrismo. Siamo stati noi a porre la scuola al centro
dell'attenzione, perché proprio quest'ultima è al centro di un
attacco!" dichiara Danilo Lampis, Coordinatore Nazionale dell'Unione
degli Studenti.