L'irruzione alla scuola Diaz di Genova fu "un puro esercizio di violenza" da parte della polizia, "di una gravità inusitata". Lo sottolinea la Cassazione, spiegando perché il 5 luglio scorso confermò le condanne per gli ex vertici della polizia e dichiarò prescritti i reati di lesione contestati ad alcuni agenti.Le violenze della polizia e gli immotivati arresti di massa dei no-global inerti e innocenti, hanno "gettato discredito sulla Nazione agli occhi del mondo intero". Lo sottolinea la Cassazione nelle motivazioni, appena depositate, del processo 'Diaz' che ha decapitato i vertici della polizia. "L'assoluta gravità - si legge nella sentenza numero 38085 - sta nel fatto che le violenze, generalizzate in tutti gli ambienti della scuola, si sono scatenate contro persone all'evidenza inermi, alcune dormienti, altre già in atteggiamento di sottomissione con le mani alzate e, spesso, con la loro posizione seduta in manifesta attesa di disposizioni, così da potersi dire che s'era trattato di violenza non giustificata e punitiva, vendicativa e diretta all'umiliazione e alla sofferenza fisica e mentale delle vittime". "L'immagine della polizia doveva essere riscattata, essendo apparsa inerte di fronte ai gravissimi fatti didevastazione e saccheggio che avevano riguardato la città di Genova, e il riscatto sarebbe dovuto avvenire mediante l'effettuazione di arresti, ovviamente dove sussistenti i presupposti di legge". Questo, secondo la ricostruzione della Cassazione, il motivo per cui si decise l'irruzione alla scuola Diaz, avvenuta nella notte tra il 21 e il 22 luglio 2001.