Coronavirus. Scuola: cosa cambia con le nuove regole
Alle scuole superiori, almeno il 75% delle lezioni dovrà essere realizzato a distanza. Lo prevede il Dpcm approvato domenica dal governo, che, per il momento, permette la scuola in presenza soltanto alla primaria e alla secondaria di primo grado. Resta nella facoltà delle Regioni prevedere soglie più elevate di Dad (come già deciso, per esempio, in Lombardia e Campania, dove il 100% delle ore di lezione sarà online da questa mattina), mentre dovranno adeguarsi quei governatori (come quelli di Lazio, Piemonte, Umbria, Basilicata e Liguria) che, invece, avevano previsto la didattica digitale integrata al 50%.
Attenzione particolare ai disabili
Per dare modo alle scuole di organizzarsi, ieri il ministero dell’Istruzione ha inviato una comunicazione a tutti i dirigenti scolastici, che posticipa a domani l’entrata in vigore delle nuove disposizioni del governo. «Particolare attenzione, nell’attuazione della misura, sarà posta agli alunni con disabilità, con disturbi specifici dell’apprendimento e altri bisogni educativi speciali», si legge nella nota di viale Trastevere, che si chiude con un ringraziamento «per il lavoro che la comunità scolastica ha compiuto e per gli sforzi che ogni giorno le istituzioni scolastiche profondono per garantire l’effettività del diritto allo studio delle studentesse e degli studenti, in un momento di estrema complessità per il Paese».
«Non si impone l’orario per decreto»
Molto critico verso le ultime disposizioni è il presidente dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli: «Non si può con decreto imporre l’organizzazione dell’orario alle scuole, essendo questa una prerogativa autonomistica – si legge in una nota -. Ricordo che l’autonomia esiste proprio perché le scuole possano organizzare il servizio adattandolo alle esigenze del proprio bacino di utenza. Per questa ragione, lo ripeto, non ha senso obbligare tutto il territorio - nazionale, regionale ma anche provinciale - ad adottare la stessa organizzazione perché i bisogni delle famiglie e degli studenti sono diversi».
Anche Giannelli pone l’accento sui bisogni degli alunni disabili e con difficoltà di apprendimento, che «per crescere e integrarsi hanno bisogno del contatto con i compagni: non basta dare loro la possibilità di seguire le lezioni a scuola, da soli, con l’insegnante di sostegno (quando c’è)».
«Non lasciare la scuola in mano ai virologi»
La grande preoccupazione delle famiglie, che si ritrovano i figli, ancora una volta, senza scuola in presenza, è manifestata dal presidente di Agesc Lombardia, Silvio Petteni. «La scuola è troppo importante per lasciarla fare solo ai virologi – sottolinea il presidente dei genitori delle scuole cattoliche -. Piange il cuore per questi poveri
ragazzi cui è stato rubato un anno di vita, di formazione, di amicizia, di studio serio, di ricchezza e ora rischiano di perderne anche un secondo. È stato tolto loro un diritto che non verrà mai risarcito in nessun modo».