La sentenza. Scuola, già bocciati i piani individuali per i disabili
Un'insegnante di sostegno con un alunno disabile
Niente riduzione dell’orario scolastico né esonero dallo studio di alcune materie per gli alunni disabili. Lo stabilisce una sentenza del Tar del Lazio che, accogliendo il ricorso di alcune associazioni (tra cui il Coordinamento italiano insegnanti di sostegno Ciis, CoorDown, Pianeta Down onlus e altre) ha azzerato tutte le disposizioni del decreto interministeriale 182 del 29 dicembre 2020 che definiva il nuovo modello del Piano educativo individualizzato (Pei). Tra i punti critici censurati dai giudici amministrativi c’è anche la nuova composizione del Glo, il Gruppo di lavoro operativo per l’inclusione, che assegnava un minor “peso” alle famiglie dei disabili.
Entrato in vigore lunedì, il nuovo Pei ha avuto dunque vita brevissima e ora le scuole dovranno adottare il vecchio modello in attesa di ulteriori disposizioni del Ministero dell’Istruzione. «È indispensabile che l’amministrazione fornisca alle scuole le indicazioni necessarie per gestire nel frattempo con la massima efficacia e puntualità attività di fondamentale rilievo educativo e sociale come quelle relative all’integrazione degli alunni con disabilità», si legge, in proposito, in una nota della Cisl Scuola.
«Restituito un diritto»
«L’annullamento restituisce un diritto agli alunni e alle loro famiglie», esulta Antonella Falugiani, presidente di CoorDown. «Non abbiamo raggiunto un traguardo – prosegue la presidente – ma abbiamo abbattuto un ostacolo, che non solo impediva l’inclusione e il diritto allo studio, ma ci faceva retrocedere di anni. Adesso ci aspetta altra strada e altro lavoro e siamo pronti a proseguire». «Grande soddisfazione» è espressa dal Comitato Noesonero, che auspica «una pronta applicazione delle decisioni del Tar da parte di tutti gli istituti scolastici». Per la presidente del Ciis, Evelina Chiocca, quella dell’esonero «è una questione insostenibile e incomprensibile, nonché paradossale, visto che per gli studenti con disabilità è costruito un percorso su misura, sulla base delle capacità, in ogni materia». «Quando si parla di inclusione – prosegue Chiocca – non può esserci un ragionamento diverso se non quello di garantire il diritto allo studio di ciascuno. E proprio sul risparmio delle risorse, la sentenza del Tar è molto chiara: non si possono sottrarre risorse laddove queste debbano essere garantite».
«Bisognava essere costruttivi»
«Rammaricato» per le conclusioni cui è giunto il Tar è, invece, Dario Ianes, docente di Pedagogia e didattica speciale all’Università di Bolzano e fondatore delle edizioni Erickson di Trento, che alla definizione del nuovo Pei ha dedicato due anni di lavoro.
«L’esonero, l’attribuzione delle ore, la frequenza parziale sono effettivamente punti critici del nuovo Pei – ammette l’esperto –. Però, bisognava essere costruttivi. L’esonero, per esempio, poteva essere presentato, soprattutto alle scuole superiori, come la possibilità di poter scegliere una materia anziché un’altra. Adesso, invece, il rischio è che si torni indietro e che la sentenza freni anche le novità positive».
Di ben altro avviso il sindacato autonomo Anief, secondo cui se il Tar del Lazio non avesse bocciato il decreto, ci sarebbe stato «un taglio negli organici di 5mila insegnanti per ragioni finanziare», denuncia il presidente Marcello Pacifico, rilanciando la campagna #nonunoradimeno, giunta alla decima edizione.
«Stabilizzati solo 11mila insegnanti di sostegno»
Sulla «drammatica» situazione del sostegno, interviene anche Ernesto Ciracì, presidente di Misos, l’associazione degli insegnanti di sostegno abilitati. A fronte di circa 87mila cattedre assegnate in deroga, cioè a tempo determinato, «sono stati stabilizzati soltanto 11mila docenti, per il 70% al Nord dove, però, mancano gli insegnanti specializzati», ricorda Ciracì. Così, denuncia, anche quest’anno almeno il 30% degli insegnanti assegnati agli alunni disabili non avrà la specializzazione. «A» queste condizioni – ricorda Ciracì – non è possibile garantire la continuità didattica, fondamentale per l’apprendimento degli alunni più fragili».