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Crisi. Spunta l'ipotesi Di Maio premier. La risposta del M5s: «Notizia falsa»

venerdì 16 agosto 2019

Luigi Di Maio (Ansa)

La crisi di governo sembra ripartire dal via. Il governo Lega-M5S esiste ancora, una crisi non è stata formalizzata e all'orizzonte non c'è traccia della calendarizzazione della mozione di sfiducia presentata dal Carroccio contro Giuseppe Conte. L'appuntamento è per martedì 20 in Senato, ma intanto si susseguono voci su un riavvicinamento tra Lega e M5s. Da ambienti Pd spunta anche l'ipotesi di un nuovo governo, guidato da Luigi Di Maio, con Matteo Salvini come vicepremier e Giuseppe Conte a Bruxelles come commissario. "Mai vista una crisi gestita così. Se non fosse una cosa seria ci sarebbe da ridere. Salvini - commenta su Facebook Matteo Renzi - sente scivolarsi via la poltrona e sa che solo con il potere potrà avere ancora un (breve) futuro. Il capitano si è impaurito di brutto. E dunque offre tutto a Di Maio. Scene da far impallidire il calciomercato». Alle voci di un accordo vicino tra 5 stelle e Lega, M5s risponde seccamente : "Totalmente falso, una fake news. Non ci interessano poltrone, non ci interessano giochi di palazzo. Per noi è importante il taglio dei 345 parlamentari per dare un grande segnale di cambiamento. Punto".

Lo stesso Luigi Di Maio smentisce, dopo aver parlato di "governo paralizzato" e aver lanciato nelle scorse ore un appello ai ministri leghisti perché firmino "l'ultimo decreto legge: quello che dà i diritti ai giovani riders, che ferma la chiusura dello stabilimento Whirlpool di Napoli, che sostiene il costo dell'energia per l'ex-Alcoa in Sardegna, che bandisce un concorso per migliaia di giovani italiani come funzionari dell'Inps, che potenzia l'unità di crisi che si occupa delle aziende in difficoltà, che sostiene il lavoro a Taranto". Il capo politico pentastellato chiede ai colleghi di "non tenere in ostaggio queste persone".

Non risparmia colpi duri all'alleato, accusandolo di non aver tenuto fede all'annuncio di ritirare la delegazione del Carroccio dall'esecutivo: "Sono passati 5 giorni ma stanno ancora tutti lì attaccati alla poltrona. Deve far comodo, evidentemente, avere l'auto blu e i voli di Stato mentre si fa campagna elettorale nelle spiagge". Salvini continua a chiamare amici i cinquestelle e Di Maio ("anche se lui non vuole, ma per me è così") e a chi gli chiede se sia possibile continuare assieme non risponde ma sorride: "Il mio telefono è sempre acceso e in queste ultime ore squilla parecchio". E poi: "Questo governo si è fermato sui troppi no: Tav, Autonomia, riforma fiscale, giustizia. O c'è un governo con ministri del sì o un governo degli sconfitti non serve al Paese".

Un segnale che ai piani alti del Movimento interpretano come il primo, vero cenno di "resa" del "ministro del tradimento", come lo chiama Alessandro Di Battista. Il dialogo, però, non si è ancora riaperto. "Salvini ha fatto tutto da solo, per tornare dopo nemmeno 24 ore nelle braccia di Berlusconi. Ora è pentito, ma ormai la frittata è fatta. Ognuno è artefice del proprio destino. Buona fortuna", lascia nero su bianco Di Maio.

Il nodo Open Arms e lo scontro tra Salvini e Conte

Ma è la Open Arms, la nave della ong spagnola, in cerca di un porto da 14 giorni, il nuovo nodo da sciogliere all'interno del governo "ormai agli sgoccioli", come ha ammesso anche il presidente del Consiglio. Il Capitano aveva deciso un secondo stop di ingresso dopo il via libera del Tar del Lazio, ma la mancata firma di Trenta-Toninelli ha permesso l'avvicinamento alla nostra costa.

La vera bufera politica parte però dalla comunicazione che Conte aveva inviato al Viminale per "assicurare assistenza e tutela ai minori" a bordo della Open Arms. "Con mia enorme sorpresa hai riassunto questa mia posizione attribuendomi, genericamente, la volontà di far sbarcare i migranti a bordo", scrive il presidente del Consiglio in una lettera aperta.. "Ma parlare come ministro dell'Interno e alterare una chiara posizione del tuo presidente del Consiglio, scritta nero su bianco, è questione diversa", attacca senza mezzi termini. "È un chiaro esempio di sleale collaborazione, l'ennesima a dire il vero, che non posso accettare". Le parole sono affilate, perché si parla anche di ossessiva concentrazione per i "porti chiusi". La reazione di Salvini arriva subito e si materializza durante la conferenza stampa del Comitato nazionale per l'Ordine e la Sicurezza pubblica a Castel Volturno. "Confesso la mia 'colpa', caro Presidente, la mia 'ossessione' nel contrastare ogni tipo di reato compresa l'immigrazione clandestina", esordisce piccato e aggiunge: "Spiace che non mi abbia detto le cose in faccia".

Gli stracci gialloverdi volano da tempo, ma qui si va oltre: il numero uno del Viminale parla di "sfogo umorale" e di "nostalgia" per i governi Pd. La soluzione per la Open Arms? Anche Salvini si affida ad una lettera in 'legalese', dove ribadisce che deve essere la Spagna a farsi carico dei minori. Palazzo Chigi svela intanto che sei Paesi europei pronti ad accogliere i migranti: Francia, Germania, Romania, Portogallo, Spagna e Lussemburgo.

La ministra Trenta non ha firmato il secondo divieto di ingresso firmato nella notte dal Viminale. "Ho preso questa decisione, motivata da solide ragioni legali, ascoltando la mia coscienza - spiega -. Non dobbiamo mai dimenticare che dietro le polemiche di questi giorni ci sono bambini e ragazzi che hanno sofferto violenze e abusi di ogni tipo. La politica non può mai perdere l'umanità. Per questo non ho firmato". Scelta criticata ovviamente da Salvini, che ha replicato salace: "Umanità non significa aiutare trafficanti e ong. La ministra Trenta ha controfirmato i miei atti fino all'altro ieri, o è diventata Madre Teresa di Calcutta o non ha capito cosa ha firmato fino all'altro giorno". Titoli di coda del governo insomma, mentre 150 persone aspettano di toccare terra dopo un Ferragosto da incubo.